Il Teatro di San Carlo conclude e inizia l’anno con Schiaccianoci

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Il salone delle feste di una casa alto borghese mitteleuropea ci accoglie per festeggiare la vigilia di Natale. L’arredo essenziale, con albero addobbato come di consueto posto in un angolo del salone, pone in evidenza i due elementi della serata: il tavolo con il buffet e il pianoforte per accompagnare i balli. Gli invitati indossano abiti alla moda e le decorazioni interne richiamano la nuovissima Art Nouveau con cenni alle opere di Klimt. Sono in una cittadina innevata di cui si intravedono le sagome piatte e scure delle case, in cui i bambini hanno giocare a darsi battaglia con la neve severamente rimproverati dai genitori.
L’antefatto, anche se cambia l’ambientazione, non varia nella versione coreografica creata da Charles Jude de Lo Schiaccianoci: nella sua casa-laboratorio Drosselmeyer sta preparando i regali da portare ai figli della coppia dove si svolgerà la festa.
Come il coreografo ha sottolineato la sua versione «Quando ho avuto l’opportunità di creare con il Ballet de l’Opéra National de Bordeaux una nuova coreografia e una messa in scena dello Schiaccianoci ho voluto allontanarmi dal libretto di Alexandre Dumas, seguito fedelmente dalle versioni tradizionali come quella di Marius Petipa, a beneficio dell’universo più fantastico e psicologico di Hoffmann. La posta in gioco era sicuramente quella di mantenere l’universo fiabesco proprio del racconto, servito in modo magnifico dalla musica di Čajkovskij, ma anche di utilizzare le facilità narrative autorizzate dal racconto per tracciare il percorso iniziatico di una fanciulla che, partendo da un regalo ricevuto a Natale, lo “Schiaccianoci”, muta ed entra nel mondo del sogno, che le viene offerto per svegliarsi alla vita e scoprire la sua sessualità».
Fedele alla musica di Čajkovskij la sua coreografia ha utilizzato una maniera compositiva moderna, dove agilità velocità insieme rigore nell’esecuzione cambiamenti di direzione di peso del corpo sono stati dominanti.
Charles Jude ha voluto collegare gli avvenimenti tramite la logica non abbandonando i momenti di fantasia, come per l’ingresso dei topi nel salone richiamati dagli avanzi lasciati sul buffet. La battaglia tra i topi e i soldatini ha richiamato schemi di parata e modi di giocare infantili, dove tutti apparivano mossi dalle mani dei bambini.
Al Teatro di San Carlo è in scena Lo schiaccianoci dal 29 dicembre 2016 e fino a mercoledì 4 gennaio 2017, per 6 recite, musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij con la coreografia del 1997 di Charles Jude.
Ad accompagnare il Corpo di Ballo e i Solisti del Teatro di San Carlo gli alunni della Scuola di Ballo diretti da Stéphane Fournial, che hanno con precisione e perizia eseguito e interpretato i ruoli a loro assegnati.
Il Corpo di Ballo ha affrontato con perizia e insieme il I Atto, restituendo la coreografia soprattutto nel Valzer dei Fiocchi di Neve, dove sono emerse le citazioni da gli “atti bianchi” e la composizione coreografica si è allontanata dalla didascalia per trasportarci nel mondo immaginifico del “balletto”, accompagnati dal Coro di Voci Bianche preparato da Stefania Rinaldi.
Nel II Atto ha condotto sapientemente il gioco della seduzione ne la Danza Araba Luisa Ieluzzi accompagnata da Ertugrel Gjoni che ha duettato propositivamente. Sorriso da bambini la presenza del doppio racconto con il Cammello interpretato da Danilo De Martino e Raffaele Vasto.
Compito difficile e pieno di movimenti di carattere è riservato a Danza Spagnola che apre il divertissement interpretata da Candida Sorrentino e Stanislao Capissi.
A condurci nel mondo fantastico gli splendidi costumi di Giusi Giustino e le scene di Nicola Rubertelli con le citazioni trasformate delle opere pittoriche da Monet a Gaugin a Matisse.
Protagonisti nel ruolo di Marie, Ekaterina Oleynik (versione del 29 Dicembre) ha espresso le sue doti soprattutto nel pas de deux del I Atto, con movimenti fluidi e dinamici, leggerezza e buon aplomb, accompagnata da Alessandro Macario nel ruolo de il Principe Schiaccianoci (29 Dicembre).
Ad affiancarli Edmondo Tucci nel ruolo di Drosselmeyer, uno spigliato e sornione Salvatore Manzo nel ruolo di Fritz, Carlo De Martino che ha ben interpretato la bambola Cosacco.
L’Orchestra del Teatro di San Carlo diretta dal gradito ritorno del maestro David Coleman.

Tonia Barone

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