L’Italia s’è desta un piccolo [falso] mistero italiano al Festival XS di Salerno

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Ci sono tanti modi per raccontare la realtà in cui si vive e si muore. Carla con il suo sorrisone disarmante, le sue scarpe strane, la bicicletta, il marsupio un po’ malconcio, le buste di plastica e la vecchia radio, l’album delle figurine dei giocatori, il succo di mela verde sempre appresso, è una ragazzetta che ha battuto la testa, eterna bambina che con candore assoluto, ironia e grazia, lucidamente ci parla di ciò che accade in un paesino ai piedi dell’Aspromonte calabrese. Lei è “quella là ”, oppure “ahoo”, la matta, la scema additata, la diversa tollerata, derisa, solitaria, dato che nessuno le parla e nessuno l’ascolta, pur se conosce tutti e tutti la conoscono e lei lo sa e ne soffre. Però, questa totale reclusione ed emarginazione, inframezzata da contatti senza calore (il parroco vecchio, quello giovane, il giornalaio, il barista, il carabiniere con la mitraglietta) questa sorta di invisibilità, le regala la libertà di girare ovunque, di poter dire ciò che pensa, di osservare. E cosa vedono i suoi grandi occhi in questo nulla scarsamente popolato, a ridosso della strada provinciale? “Poca vita, sempre quella”, una madre taciturna, un padre scomparso (chissà se torna d’altronde il corpo non è stato mai ritrovato…) così come è sparita anche Maria, la sua unica amica che la ascoltava, bella e ricca e dal triste destino; un paese dove tutti i negozi devono pagare se no “l’appicciano”, in cui si va letto presto e il buio incute terrore perché si sa, i cattivi, gli ‘ntranghetisti agiscono col favore delle tenebre, favoriti dall’anestesia delle coscienze, dagli omertosi silenzi e dalle connivenze insospettate. L’Italia s’è desta un piccolo [falso]mistero italiano della Compagnia Ragli di Roma, scritto e diretto da Rosario Mastrota, è un testo drammaturgico del 2012 premiatissimo, denso, stringato, primo lavoro che inaugura una trilogia sulla smitizzazione della ‘ndrangheta.
Visto domenica 26 marzo 2017, ha come unica protagonista Carla che un pomeriggio, casualmente assiste al rapimento dell’autobus della nazionale italiana di calcio, a due mesi dall’inizio dei Mondiali, ma, inattendibile testimone, nessuno le crede quando prova a raccontarlo.
La notizia clamorosa dilaga e radio, televisioni, giornalisti invadono il piccolo paese. “Nessuno ci voleva credere” che “l’Italia è nel burrone!” (metafora? E se fosse ci chiediamo: quando ne esce?), quasi sotto gli occhi di tutti e nessuno vede (o finge di non vedere?) ma lei riuscirà a rivelare la verità in diretta nazionale utilizzando e ribaltando gli stessi mezzi che manipolano spesso la realtà. Carla, inconsapevole (solo alla fine le sarà chiaro) del coinvolgimento della propria famiglia e degli altri suoi compaesani, risolve il piccolo mistero italiano, meritandosi una “medaglietta d’onooore” dal “Presidente Mattarello” restando, tuttavia, invisibile e sola. Non le resta che inforcare la bicicletta…
Se la scrittura sagace di Rosario Mastrota, è in grado, attraverso lo svolgimento della trama – che cresce di ritmo e di pathos gradualmente sino all’amaro finale – di delineare meccanismi di potere mediatico pervasivi, dinamiche relazionali criminali fondate su paura, complicità e omertà, quelli impietosi che colpiscono diversi e disabili, l’attrice Dalila Cozzolino è una splendida sorpresa.
In maniera semplice, servendosi di pochi oggetti in scena, costruisce il suo personaggio vitale e dirompente, con una sua fisicità immediata, fatta di gesti, espressioni e posture che tratteggiano in maniera perfetta l’autenticità della protagonista e la sua poesia.
La lingua è un italiano con inflessioni calabre, diretto e garbato, mai volgare, disarmato e disarmante come Carla, anima pura in un mondo di silenzi, sguardi spenti, niente so e niente vidi. Bravissima ed intensa Dalila, totalmente calata nei panni di questa creatura tenera, ironica e commovente nella sua logica spiazzante che riconosce quel che tutti negano, quel che tutti temono ed ammantata della sua ingenua lucidità ne parla, ce lo mostra attraverso i suoi occhi innocenti.
Alto gradimento e applausometro in tilt qui al Teatro Genovesi di Salerno nell’ambito del Festival XS per lo spettacolo L’Italia s’è desta, che continuerà il suo tour. Se potete non perdetevelo.

Dadadago

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