Le opere maggiori della Scuola di Resina esposte dall’Accademia Giacinto Gigante

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Carlo Brancaccio – “Nel golfo” – 110×65

L’Accademia Giacinto Gigante, associazione culturale rivolta allo sviluppo dell’arte e alla valorizzazione degli artisti napoletani dell’800/900, nella realizzazione della mostra “Realismo e luce nella pittura napoletana dell’800 – Omaggio alla Scuola di Resina esterna l’altissimo livello raggiunto dalle correnti pittoriche napoletane agli inizi dell’800 in linea con il gusto e la ricerca europea coeva.
La ricchissima mostra, che si inaugurerà sabato 11 novembre presso la sede storica napoletana, in Via Belisario Corenzio, e resterà aperta al pubblico fino al 23 dicembre 2017, consente ai visitatori di percorrere lo sviluppo della pittura napoletana del XIX secolo, tale da poter contestualizzare e apprezzare la portata innovatrice di tale esperienza con il focus rivolto alla Scuola di Resina.
Nonostante la critica artistica per lungo tempo abbia considerato le scuole napoletane della prima metà dell’ottocento marginali, secondarie, folcloristiche, oggi possiamo ben interpretare lo spirito di ricerca alla base di quei gruppi, capaci di anticipare, si potrebbe dire, visioni che saranno guida per il rinnovamento dell’arte con incursioni che giungono sino ai nostri giorni.
Il realismo, la tecnica della pittura en plein air, l’importanza della luce che rende vive e modula le forme, esperienze fondamentali per l’Impressionismo e i Macchiaioli, trovano tutti spazio nell’arte pittorica partenopea di un intero secolo.
La Scuola di Resina in particolare ha espresso figure artistiche di primo piano, capaci di elaborare una produzione totalmente nuova ed originale intessendo stretti rapporti con le altre esperienze europee sia con il confronto che con lo scambio di idee sia con l’appartenenza ai vari “movimenti” artistici.
Il fervore culturale in cui maturarono nuove possibilità di narrazione visiva non sono altro che l’espressione di un mondo in trasformazione in ambito socio-politico, influenzato dal Positivismo e dal progresso tecnologico nell’ambito della visione.
Dopo periodi di appropriazione di una tradizione ormai lontana, si perveniva dunque ad una nuova sensibilità in sintonia con i principali movimenti artistici dell’epoca.
Con tale esperienza dovrà fare i conti la ricerca pittorica italiana ed europea del 900  in cui si amalgameranno il tratto espressivo afferente alla tradizione nazionale con la sperimentazione  di forme espressive proprie e nuove..
Le opere e esposte ci restituiscono il profumo complesso di tutta un’epoca, in cui Napoli appare in bilico tra capitale del Regno delle due Sicilie e periferia del nuovo Stato nazionale , sforzandosi e riuscendo a conservare un respiro intellettuale  europeo vivo e  cosmopolita.

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