Musica, Armonia del Cosmo

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Le origini degli strumenti “da tasto” non sono chiare; fra i precursori più vicini durante l’antichità e il Medioevo troviamo i salteri, dulcimer, monocordi e arpe, tutti strumenti che furono usati principalmente per la ricerca matematica, acustica e anche cosmologica, ma anche per scopi terapeutici.
Filosofi greci e arabi, e poi anche medici astrologi, usavano monocordi e strumenti a più corde per dimostrare i rapporti proporzionali tra lunghezza della corda e altezza del suono.
Questi rapporti visivi e uditivi illustravano i concetti fondamentali di armonia che si credeva riflettessero la struttura ordinata, gerarchica del cosmo.
Le stesse proporzioni rilevate negli intervalli musicali sembravano governare anche la salute umana e avere effettivamente un ruolo nel regolare la società.
Poiché la disarmonia, o dissonanza, potrebbe disturbare questi sistemi in delicato equilibrio, risolvere la disarmonia e creare l’armonia era una seria preoccupazione pratica. Gli strumenti a corde, rendendo per così tangibili le proporzioni armoniche, avevano funzioni più importanti del puro divertimento.
All’inizio del XV secolo meccanismi con tastiera a corde pizzicate o percosse iniziarono a essere applicati a salteri e a dulcinea, trasformandoli rispettivamente in clavicembali e in clavicordi.
Questo sviluppo avvenne all’interno delle corti e dei monasteri, dove la musica, la medicina, la filosofia naturale e la tecnologia sperimentale erano coltivate intensamente da individui estremamente versatili, o da piccoli gruppi di studiosi e artigiani di grande abilità.
In questi centri culturali, l’atmosfera intellettualmente vivace, favorita dal mecenatismo di èlite, portò a un rapido progresso, che in molti settori si riversò nella più ampia sfera pubblica.
Le straordinarie osservazioni e invenzioni di Leonardo da Vinci riassumono i risultati di un’intensa curiosità proficuamente unita a immaginazione e abilità, Leonardo immaginò molti tipi di strumenti meccanizzati, molti dei quali con tastiere che permettevano di ampliare l’estensione delle dita umane.
Al tempo della morte di Leonardo nel 1519 cordofoni a tastiera esistevano in tutta l’Europa e cominciavano a stimolare i compositori alla sperimentazione di nuovi tipi di musica.
La composizione idiomatica per strumenti a tastiera fu il risultato dell’ampia diffusione di cembali e clavicordi, che condividevano con l’organo un ampio repertorio di musica solistica sempre più richiesta per intrattenimenti sociali e passatempo privato.
Quando gli strumenti a tastiera cominciarono ad affermarsi nel commercio e nella vita domestica, la loro accresciuta importanza trovò espressione nelle decorazioni, indice di ricchezza e buon gusto. Tali decorazioni, principalmente pittoriche, ma che comprendevano anche eleganti comici, rosette elaborate per il foro di risonanza e decori finemente intagliati per la tastiera, seguivano naturalmente gli stili più in voga.
Pertanto questi strumenti deliziavano sia gli occhi che le orecchie e le mani di chi li possedeva e assunsero valori aggiuntivi come status symbol di ricchezza e buon gusto. Allo stesso tempo tempo, i costruttori continuavano ad ampliare il potenziale espressivo dei loro strumenti aggiungendo più tasti e introducendo variazioni timbriche.
Gli esperimenti di Bartolomeo Cristofori su nuovi strumenti a tastiera culminati con l’invenzione del fortepiano attorno al 1700- in stretto rapporto con lo sviluppo tecnico in campi che progredivano rapidamente come l’orologeria, le armi da fuoco, l’ottica e la navigazione- portarono avanti il processo di differenziazione e di perfezionamento.
Non è una coincidenza che tutto accada a Firenze, patria del pioniere dell’astronomia, moderna Galileo Galilei, figlio di Vincenzo Galilei, un musicista e teorico che prese parte a discussioni rivoluzionarie sulla musica antica e moderna nella rinnovata Camerata del nobiluomo Giovanni De’Bardi. 

Gabriella Spagnuolo

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