Con Antonio Manica la poesia diventa “Rinascita”

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Con la raccolta di poesie “Rinascita” (edito da Aletti Editore), Antonio Manica, giovanissimo autore di soli ventidue anni, ci consegna un’opera che è al tempo stesso confessione, ferita e promessa di guarigione.
Le sue poesie nascono da un periodo di profonda crisi interiore, e si percepisce, tra i versi, il cammino tormentato di chi ha dovuto attraversare l’ombra per imparare a riconoscere la luce.

Il dolore, nelle parole di Manica, non è mai sterile autocommiserazione. è materia viva, sostanza che si trasforma. I suoi componimenti raccontano il naufragio e la lenta risalita, la fatica di guardarsi dentro e la scoperta che anche nel vuoto può germogliare un senso.
Ogni verso sembra oscillare tra il buio e un barlume di speranza, come se la poesia stessa fosse lo strumento con cui l’autore tenta di ricucire le proprie ferite.
Lo stile è diretto ma intenso, spesso essenziale, come se le parole fossero state scelte una per una, con pudore e verità.
Non mancano immagini luminose — l’alba, il respiro, la pelle che si riapre alla vita — che si alternano a momenti di cupa introspezione, creando un ritmo emotivo sincero e palpabile.

“Rinascita” è un esordio che colpisce per autenticità. Non cerca effetti, non pretende risposte: si offre come testimonianza di un percorso umano e spirituale, in cui ogni poesia è un passo verso la ricomposizione del sé. In un tempo in cui spesso si teme la fragilità, Antonio Manica ha il coraggio di farne poesia.
Un libro che invita a riconoscere la bellezza della vulnerabilità e la forza silenziosa di chi, pur ferito, sceglie di rinascere.
Antonio Manica esplora, contemporaneamente i confini dell’essere anche attraverso la sua ricerca in campo filosofico; passione, questa, che lo ha portato alla pubblicazione anche di un saggio molto interessante dal titolo “Il momento dell’io”.

Franco Milone

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