Socialmente pericolosi

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Approda al Cinema Metropoli di Cava de’ Tirreni (Salerno) dal 7 al 12 aprile 2017 (ore 21.30) Socialmente Pericolosi, film di Fabio Venditti con Fortunato Cerlino e Vinicio Marchioni, che racconta la difficile amicizia fra un giornalista ed un camorrista e che si pone alcune domande sul tema del recupero dei giovanissimi.
Tratto da una storia vera e prodotto da Massimo Spano e da Michelangelo Film con Una Vita Tranquilla e con Rai Cinema, è la storia del legame fraterno che si stabilisce fra Fabio e Mario, da una parte; e la vicenda, anch’essa autentica, di un gruppo di ragazzi dei Quartieri Spagnoli di Napoli protagonisti e coautori di due documentari andati in onda su TG2 Dossier. Doppio, quindi il piano narrativo: quello affidato alla densa interpretazione di Marchioni e Cerlino e quello documentaristico che riprende frammenti delle interviste che hanno fatto parte dei due speciali (Le compagne di Gilda e Quartieri Spagnoli Italia) di Tg2 andati in onda nel 2013. Con una nota: le parti della sceneggiatura ambientate in carcere sono tutte scritte dagli stessi carcerati, coordinati da Antonio Turco che dirige la Compagnia Teatro Stabile Assai, con i detenuti e gli agenti di Polizia Penitenziaria che interpretano loro stessi. Ricordiamo la partecipazione di Massimo Wertmüller, Alberto Gimignani, Massimiliano Buzzanca, Emidio Lavella. La colonna sonora, molto curata, è affidata a Gian Luca Nigro, un giovane compositore salernitano, attivo da anni in ambito televisivo, al suo debutto nel cinema.

Fabio Valente è un giornalista (Vinicio Marchioni, il Freddo di Romanzo Criminale), Mario Spadoni è un camorrista condannato all’Ergastolo (Fortunato Cerlino, il Boss di Gomorra, la serie). I due si conoscono in occasione di un reportage dal carcere di Sulmona soprannominato il “Carcere dei Suicidi” a causa dell’alto numero di morti autoindotte. La loro confidenza cresce con il tempo e con gli incontri che si susseguono per scrivere un libro sulla terrificante guerra di camorra degli anni ’80. Insieme decidono di mettere in piedi un progetto di studio e di lavoro per i ragazzi di strada dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ossia nell’insegnar loro il mestiere del cinema e della televisione, per creare possibili vie di fughe in destini già segnati dall’appartenenza e dalla nascita.
Un percorso durissimo per il giornalista romano che si immerge in quel mondo con delle regole tutte sue, dove il tipo di relazioni del mondo cosiddetto normale sono non soltanto disattese, ma addirittura del tutto sconosciute. Però ottenendo, a volte, dei risultati sorprendenti.
Quando all’ex boss viene diagnosticata una patologia gravissima quasi allo stato terminale, il suo nuovo amico si sente in dovere di combattere perché riceva cure adeguate. Quantomeno, per non lasciare che muoia senza averle provate tutte. Si offre di ospitarlo agli arresti domiciliari nella sua casa di Roma, dove vive con la moglie (Michela Cescon) e la figlia quindicenne (Blu Yoshimi), provocando anche un piccolo terremoto familiare. Al piano di sotto, abitano la figlia più grande (Eleonora Pace) e suo marito.
In una sequenza di momenti densissimi e di colpi di scena continui fra i pericoli determinati dalla malattia e dai sospetti di un ritorno all’attività criminale del boss uscito dal carcere per gravi motivi di salute, il film non perde per un secondo la tensione narrativa. Con dei sapori molto diversi fra loro nel finale.Un lavoro cinematografico che nasce dalla strada, “che si è scritto da solo, giorno dopo giorno, che mescola linguaggi differenti”. Inutile dire che la vicenda è liberamente tratta dalla vita reale proprio del regista Fabio Venditti che ha voluto così dare testimonianza ed omaggio ad una delle vicende più importanti della sua storia personale. Sicuramente quella che più lo ha segnato. 

Dadadago

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