La rara eleganza di “La Rondine” al Bellini di Catania

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A più di un secolo dalla prima rappresentazione avvenuta il 27 marzo del 1917 al Grand Théâtre di Montecarlo, per aprire la Stagione Lirica 2018 il Teatro Vincenzo Bellini di Catania sceglie un titolo di assoluta eleganza, La Rondine di Giacomo Puccini.
Superfluo ribadire che si tratti di un’opera non molto eseguita anche rispetto alle altre ben più note del compositore, ma si parla di un’opera amata dallo stesso Puccini,  che la  considerava uno dei punti più alti della sua produzione .
Scritta negli anni di piena maturità, sicuramente sia musicalmente che drammaturgicamente non corrisponde agli stilemi pucciniani; commissionata da due impresari viennesi come operetta, l’opera – perché a tale genere La Rondine appartiene,  fa largo uso dei ballabili dell’epoca, e  ritmo e figure tipiche della musica del valzer imperversano nella composizione.
Tra le opere meno fortunate del compositore, è l’unica tra le partiture di Puccini edita da Sonzogno e non da Ricordi. Priva di un finale tragico, senza eroine che muoiano, è l’inquietudine di  una donna, Magda, a risaltare; una  protagonista più che mai attuale, che rifiuta ogni sottomissione, anche quella psicologica o ideologica, e che cerca di vivere il suo sogno dell’amor sentimentale, ma che tra leggerezze e finzioni finisce con l’innamorarsi  davvero.
Sembrerebbe inizialmente il simbolo della superficialità, interessata solamente al denaro e allo svago sfrenato della vita mondana, ma se ascoltiamo attentamente “tra le righe dell’opera” e in particolare la romanza “Chi il bel sogno di Doretta”  comprendiamo la profondità del personaggio, reso con maestria dal soprano Patrizia Ciofi interprete raffinata ed intensa – che ben sottolinea il senso di colpa che affligge la protagonista  che abbandona la sua vita di lusso per un giovane. La donna ci viene mostrata sensibile, affascinante, altruista, dolce e materna al tempo stesso e realista, in quanto niente al mondo ha importanza come l’amore ; alla fine prendendo coscienza di se stessa però Magda sacrificherà il suo sogno d’amore ritornando al suo passato: “ la rondine riprende il suo volo”.
Spettacolo minimal e a basso costo nell’allestimento – se pur interessante il disegno delle luci – come ben comprendiamo a  causa del rilancio progressivo ma lento dell’ente lirico etneo.

Apprezzabile musicalmente e  buona la prova della compagine orchestrale e del coro (istruito da Gea Garatti Ansini) sotto la guida  sempre ricercata del Maestro Gianluigi Gelmetti (da alcuni mesi Direttore principale ospite al Massimo etneo e che firma anche la regia) e,  nella recita del 19 gennaio 2018 di cui diamo recensione, del Maestro Leonardo Catalanotto, siciliano già noto al Teatro Bellini. Il direttore guida l’orchestra con piglio sicuro ed energico, non trascurando la delicatezza orchestrale necessaria per far sì che le voci e i discorsi del canto di conversazione non si perdano inghiottiti dalla buca.
Nel complesso il resto della ricca compagnia dei solisti è di buon livello – pur in una non particolarmente felice serata  di Patrizia CiofiGiuseppe Filianoti (Ruggero)  – annoverando oltre ai protagonisti, Angela Nisi (Lisette) , Andrea Giovannini ( Prunier) , Marco Frusoni (Rambaldo) , e poi Ivanna Speranza, Katarzyna Medlarska , Pilar Tejero, Jesus Pineiro, Giuseppe Toia, Salvo di Salvo (rispettivamente Yvette, Bianca, Suzy/ Un cantore, Gobin , Périchaud, Crebillon/Un maggiordomo ) .
Bella inaugurazione della Stagione del Bellini; assistendo a La Rondine si viene trasportati nell’Italia del primo dopoguerra ma si è indotti a riflettere su tematiche attuali. A differenza di altre opere più famose del compositore lucchese, La Rondine risulta per certi versi ancor più forte e contemporanea , con la lotta tra i sentimenti autentici e positivi contro il fascino tentatore della ricchezza e dell’edonismo.

Gabriella Spagnuolo

Foto Giacomo Orlando

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