“La Dirindina” inaugura la stagione “Ravello: Dove la Musica incontra l’infinito”

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Con “La Dirindina” di Domenico Scarlatti, in scena il 26 agosto presso l’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello, si è aperta la rassegna musicale “Ravello: Dove la Musica incontra l’infinito”, che vede la direzione artistica e la partecipazione di Enzo Amato.
Gli spettacoli della manifestazione si svolgeranno alle ore 19 con costanza quasi quotidiana fino al 6 ottobre (costo del biglietto intero 20€ – cral e under 16 10€) e saranno ospitati presso l’Auditorium che il celebre architetto brasiliano ha donato alla Città della Musica, fatta eccezione per le serate del 29 agosto, del 4 settembre e del 5 ottobre le cui esibizioni, anticipate alle ore 18, saranno gratuitamente offerte all’interno del Chiostro di S. Francesco (programmazione completa al link https://ravelloconcertiniemeyer.jimdofree.com/).
Il titolo d
ella rassegna “Dove la Musica incontra l’infinito” è un chiaro riferimento allo splendido panorama che si può ammirare dalla terrazza dell’Auditorium, ma anche all’ampia proposta musicale curata da Enzo Amato che ha suddiviso la programmazione tra musica classica, napoletana, jazz fino alla contemporanea.
“La Dirindina”, composta da Domenico Scarlatti nel 1715 per il Teatro Capranica di Roma, è una “farsetta per musica in due atti”, pensata per essere inserita come intermezzo nell’opera seria “Ambleto” dello stesso autore. Come ogni opera di tal genere “La Dirinidina” prevede un cast ridotto e argomenti lievi e, nel caso specifico, irrisori dei mal costumi dell’epoca, purtroppo ancora troppo frequenti al giorno nostro. La protagonista della farsetta, Dirindina (Ilaria Iaquinta), è una giovane e poco talentuosa cantante che stenta a seguire gli insegnamenti del vecchio maestro Don Carissimo (Angelo Bonazzoli), naturalmente innamorato di lei come prevedono i canoni della commedia dell’arte, e preferisce invece lasciarsi incantare dal brillante castrato Liscione (Enrico Di Geronimo) che le illustra come la mimica, gli ammiccamenti e gli svenimenti siano assai più importanti della tecnica vocale per ottenere un ruolo a teatro. Immancabili naturalmente la figura della servetta irriverente, Assuntina (Angela Fagnano), ed il personaggio muto, la madre della protagonista la Signora Dirindona.
Il cast vocale è stato accompagnato dalla Real Cappella di Napoli diretta da Ivano Caiazza che ha curato anche la revisione della parte strumentale dandone un’esecuzione volutamente libera da filologismi oggi pressoché obbligatori. La regia dell’intermezzo, molto semplice e lineare, arricchita da supporti multimediali, è stata affidata a Filippo Zigante mentre Giuseppe Zarbo ha curato i costumi. Coerentemente con le scelte strumentali, anche l’interpretazione vocale, poco curata nella dizione, è stata poco incline alla prassi settecentesca, specie nelle cadenze prive di appoggiature e nei recitativi fin troppo a tempo. 

 

Emma Amarilli Ascoli

Foto di Emanuele Ferrigno

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