Un Beethoven che guarda al futuro: restaurata la statua a San Pietro a Majella

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È un Beethoven con un quid di mediterraneo in piú quello che da sabato 9 febbraio campeggia, nella scultura di Francesco Jerace, nel Chiostro di San Pietro a Majella; lo è per i materiali innovativi adottati come elemento plastico che derivano da nostrani fichi d’India e peperoncino, impiegati in una mescola ideata dall’ENEA.
È il curioso dettaglio illustrato dalla dott.ssa Lorenza Cardone che ha curato, in una equipe numerosa e specializzata, il restauro della statua che dal 1901 è collocata nello storico chiostro.
È grazie al sostegno della società “Helena restauri”, spin off dell’Accademia, e al meticoloso lavoro diretto da Luciana Festa dell’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro di Roma che la statua di Ludwig van Beethoven posta nel Chiostro di San Pietro a Majella è tornata al suo antico splendore.
E’ stato fatto rilevare come l’opera di Jerace mostri il genio di Bonn come se sulle spalle gravasse la responsabilità del passato, ma lo sguardo fosse proietatto verso il futuro, con una prospettiva tutta illuminista, propria del compositore fino al celebre ripensamento dell’ “Eroica”.
Nel corso di una cerimonia ufficiale, accompagnata da un concerto tutto beethoveniano dell’Orchestra San Pietro a Majella nitidamente diretta dal maestro Francesco Vizioli, con l’apprezzata partecipazione del pianista Lorenzo Pascucci, l’ opera dello scultore calabrese Francesco Jerace è stata presentata al pubblico dopo l’intervento di restauro  effettuato sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli.
«L’iniziativa – ha dichiarato il presidente del Conservatorio Antonio Palma – rientra nel programma di ristrutturazione in corso del Conservatorio. Ci siamo affidati infatti alla competenza dell’Accademia di Belle Arti e alla professionalità dei suoi allievi per portare a termine un intervento importante e delicato che dà prestigio all’intera istituzione».
Numerose le presenze del mondo accademico, mentre per la Città Metropolitana il delegato alla Cultura, Michele Maddaloni, è stato latore di un messaggio di stima e di vicinanza a San Pietro a Majella.
Rivolto, invece, alla figura del compositore di Bonn e al valore simbolico della presenza della statua nel chiostro della prestigiosa istituzione, è il pensiero del direttore di San Pietro a Majella, maestro Carmine Santaniello: «È un giusto tributo a Beethoven, un gigante e un rivoluzionario dalla grande forza compositiva. Le sue immortali sinfonie continuano infatti ad avvicinare alla musica classica anche chi non l’ha mai ascoltata»
Sul valore in prospettiva per la vita culturale cittadina delle collaborazioni tra istituzioni di alta formazione artistica ha sollecitato   l’attenzione il presidente dell’Accademia, Giulio Baffi.

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