Il bianco e nero di Guy Marino: scatti fotografici che raccontano un paese

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Ritratti fotografici, rigorosamente in bianco e nero, quelli che Guy Marino utilizza per raccontare il suo Sud nel libro fotografico “È la gente che fa un paese” (Ed. AMG PRESS di Roccadaspide), Aquara in Provincia di Salerno, quello d’origine da cui ben presto emigrò prima a Milano, poi negli Stati Uniti. Alla presentazione l’11 ottobre nella Sala Giunta di Palazzo Sant’Agostino a Salerno oltre all’autore sono intervenuti la giornalista Luciana Libero, il designer della comunicazione Pino Grimaldi, l’avvocato e appassionato fotografo, ma anche autore della prefazione Beppe Serrelli e Anna Petrone, Consigliera di parità della Provincia. Il fotografo e designer italo americano a New York ha costruito la sua fortunata carriera, lavorando con importanti agenzie pubblicitarie, sia nel campo della fotografia di moda che della pubblicità, dedicandosi negli ultimi anni anche a nuovi percorsi espressivi. Fotografia e digital art diventano uno stimolante campo di sperimentazione per Guy Marino, attratto dalle frontiere della contemporaneità e dai più moderni linguaggi artistici e comunicativi, ma non è tutto. La sua vita è scandita ogni anno, o quasi, dal ritorno in Italia nei paesi d’origine, suo e della moglie, nell’ordine Aquara e Ottati entrambi in provincia di Salerno, tra i declivi collinari del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Da una parte i colori e il glamour di NY, dall’altra un paese d’origine genuino e semplice, latitudini distanti che convivono nella vita del fotografo, al punto che la “gente di Aquara” è diventata, dopo un periodo di febbrile progettazione, una storia fotografica e dell’anima racchiusa in un libro di ritratti fotografici. “La gente di Aquara è un ponte – ci dice lo stesso fotografo – e le fotografie della gente raccontano la storia di questi territori” in un grande mosaico capace di riannodare ricordi e attualità, suggestioni cui difficilmente l’obiettivo dell’autore riesce a sottrarsi. Immagini mai soltanto catturate ma frutto di una ricerca e di un’attenta preparazione, giocata, immaginiamo, tra le infinite attese, fino allo scatto fotografico più espressivo. Pubblicati 262 scatti d’autore, selezionati tra i 300 catturati dall’obiettivo, per raccontare quel fiero senso di appartenenza della gente alla propria comunità. Uomini e donne di ogni età, volti scavati o sorridenti, spavaldi o più mesti, giovani e meno giovani, una naturalezza che va al di là della posa, con il bianco e nero che scava fino ad incrociare il lampo dell’anima, che racchiude in uno sguardo la vita, un percorso, una storia, un carattere, un sentimento, un’emozione da trasmettere. Le prime fotografie risalgono al 2015, sono pubblicate sui social ma per Guy Marino, forse inaspettatamente, sono già un nucleo embrionale intorno cui continuare a lavorare. Nelle estati successive il lavoro prosegue, coinvolgendo, sempre più, volti convinti di raccontare e raccontarsi, senza nessun intento documentaristico o antropologico, le sequenze assumono un significato che va oltre il singolo scatto. In questa galleria di immagini lo sfondo a volte manca, a volte è sfocato, oppure non esattamente delineato, perché la forza espressiva è tutta racchiusa nei volti, foto dopo foto, in una narrazione densa e possibile soltanto grazie all’ideale impalcatura eretta dal suo autore, che si muove leggero e con perfetta maestria. Guy Marino è sorretto dalla consapevolezza dell’arte ritrattistica e dall’iconicità del design pubblicitario, possiede una tecnica fotografica rigorosa, ed è capace di costruire quella fiducia necessaria, tra fotografo e fotografato, che porta allo scatto più espressivo, senza mai cadere nel puro estetismo. Le immagini dissimulano una naturalezza che invece è messa in scena, nel rispetto della verità di ognuno, mai contraffatta o edulcorata. E’ il racconto di una umanità “ricca e variegata” che si fa sempre più corale, foto dopo foto, crescendo nella sua resa emotiva. Beppe Sarnelli, tra le altre cose anche animatore di associazioni sul territorio di Aquara, nella prefazione sottolinea un sentimento che anima questa galleria fotografica “una crisi storica, economica e sociale, che mette a repentaglio la sopravvivenza di questa piccola comunità, e che tuttavia non sembra intaccare una sostanziale gioia di vivere che i personaggi qui ritratti lasciano trapelare senza pudore”. E non può che convenirsi.
Sguardi che guardano al futuro, senza risentimento per il passato, con una serenità che trasmette un messaggio di autenticità. L’occhio lucido e partecipe di Guy Marino ha raccontato di questa gente che “fa un paese”, ma l’essenza di queste vite colte in quella frazione di secondo in cui il soggetto si rivelato nel suo aspetto più significante e nella sua umana temporalità ha il dono artistico di dilatarsi, oltre il confine di quella comunità, divenendo l’universalità del nostro Sud.
Fatto di tanti piccoli paesi che nella loro alterità si contrappongono alla cultura urbana, suggerendo un diverso ciclo del vivere.
L’autore, incoraggiato dal risultato narrativo, non esclude di presentare il suo libro fotografico proprio nella Grande Mela.
La cultura e l’arte, del resto, non hanno confini ma sono ponti tra uomini che sanno proporre e riconoscersi, nella dimensione di un nuovo Umanesimo che è nell’agenda e all’attenzione del dibattito pubblico degli ultimi anni.

Marisa Paladino

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