Il Premio Alberghini è FICO

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Arrivare alla quinta edizione di un concorso non è mai cosa scontata, farlo seguendo un percorso di costante crescita è quasi incredibile.
Già la quarta edizione del premio Giuseppe Alberghini ci sorprese per qualità degli strumentisti in gara e per la capacità degli organizzatori di ideare e realizzare un concorso che valorizzasse le eccellenze musicali del territorio in un momento di ristrettezze economiche. Questa quinta edizione, portata a termine nonostante la pandemia mondiale, è addirittura un mezzo miracolo. Il progetto teso a valorizzare e a sostenere i talenti di ogni nazionalità che risiedono o studiano negli istituti dell’Emilia-Romagna, rappresenta un unicum in regione, confermandosi come la più grande competizione musicale classica.
Ciò a cui abbiamo assistito Domenica 11 Ottobre 2020, presso il Centro Congressi di FICO Eataly World è solo l’evento conclusivo di un percorso lungo un anno. Uno dei segreti del successo è certamente la sinergia tra associazioni e istituzioni, quasi anacronistica in un mondo di litigi e ipertrofici personalismi. Invece, la partnership tra l’Unione Reno Galliera e il Teatro Comunale di Bologna, in collaborazione con Musica Insieme di Bologna e Accademia Pianistica Internazionale di Imola ha fatto sì che anche quest’anno si sia riusciti nell’impresa.
Il concorso è totalmente gratuito, sia per le spese di iscrizione che per il supporto di pianisti accompagnatori che hanno sostenuto i partecipanti durante tutto il percorso. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al fondamentale sostegno di Lions Clubs International, sponsor fondatore, di Emil Banca credito cooperativo e di All For Music Bologna.
Non si pensi, però, ad un’edizione in tono minore. Anzi. Non c’erano dubbi sulla qualità dei musicisti, come al solito molto buona e, in qualche caso, di ottima prospettiva. A differenza degli scorsi anni, il concorso ha potuto beneficiare della presenza di un ospite d’onore: Danilo Rossi, prima viola del Teatro alla Scala. La musica non è (solo) un fatto intimo e privato, bensì un’arte da regalare ad una platea con la benedizione di Euterpe. Ed è quello che ha ribadito il maestro nella piacevole chiacchierata/intervista in compagnia del maestro Cremonini prima di regalarci una perla della sua arte.
Non sono state poche le difficoltà logistiche affrontate quest’anno. Di certo avere a disposizione gli ampi spazi del Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore ha permesso ai trecento partecipanti provenienti da ben 49 istituti musicali del territorio di esibirsi nei dieci giorni di audizioni in piena sicurezza, nonostante le restrizioni del periodo. Teatro, tra l’altro, reso disponibili delle istituzioni locali. L’impegno- dimostrato nei fatti – è stato ribadito dalle parole di Belinda Gottardi, sindaco di Castel Maggiore con delega alla Cultura per l’unione Reno Galliera: “ll Premio Alberghini è tra le iniziative che meglio rappresentano il senso della nostra attività culturale perché unisce l’educazione alla bellezza, la promozione del talento nei giovani, l’attivazione di risorse ed energie intorno a un progetto ben pensato e ben gestito che edizione dopo edizione incrementa la propria rilevanza”.  Impressionanti sono i numeri. In questi primi cinque anni sono stati quasi 1.000 gli iscritti e quasi 150 sono stati premiati.
Quello del premio Alberghini è un lavoro di squadra che quest’anno annovera anche volti nuovi. Non può mancare il tenore Cristiano Cremonini , direttore artistico della manifestazione che, coadiuvato da Filippo Mazzoli (direttore tecnico) sono le colonne portanti dell’organizzazione. Nutrita e prestigiosa la giuria. Li citeremo tutti per dar merito all’immane dispiego di professionalità su cui questo premio ha potuto contare.
Andrea Orsi e Francesco Aquino per la sezione Chitarra Classica. Valentino Corvino, responsabile della rassegna cameristica del Teatro Comunale di Bologna, coadiuvato da Silvia Salvi, Anton Berovski, Giacomo Scarponi hanno selezionato i vincitori per la categoria Archi Solisti. Per la sezione Composizione, oltre al direttore tecnico e presidente di giuria Filippo Mazzoli,  la squadra dei giurati ha annoverato la presenza Patrizia Montanaro, Paola Samoggia e Denis Zardi.  I soprani Cinzia Forte e Francesca Pedaci hanno collaborato con Cristiano Cremonini per le voci mentre Stefano Rava, Iván Villar Sanz, Raffaele Manuel Padula hanno giudicato i Fiati solisti. La sempre attesa sezione di pianoforte, invece, è stata curata da Denis Zardi con Angela Maria Gidaro, Patrizia Montanaro e Antonella Gamberini. Interessanti, invece, le sezioni dedicate agli istituti a indirizzo musicale e alle formazioni cameristiche che hanno contato sull’impegno di  Dora Di Natale, Samuele Piccinini, Emmanuela Susca,Fulvia De Colle, Fabio Sperandio e Claudia Leardini.
Non citiamo il lungo elenco dei vincitori per non fare torto a nessuno. “Solo” 17 tra loro si sono potuti esibire ma l’auspicio più grande è che tutti possano continuare a farlo davanti ad un pubblico appassionato.
Ed è lo stesso augurio che facciamo al premio Alberghini e a tutte le associazioni e le istituzioni che hanno collaborato a questo risultato: portare questi giovani su un palco davanti e tra la gente come ambasciatori di musica. Non ci rammarichiamo che il programma non abbia permesso a tutti i vincitori di esibirsi. E’, altresì, solo un buon auspicio. Ci saranno altre occasioni perché per loro la musica è appena cominciata.

Ciro Scannapieco

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