Massimo Iannone: «Il canto è vocazione e Karma che si avvera»

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Autunno, tempo di bilanci e di progetti , si sono conclusi i festival estivi e si parte per nuove avventure …
Oltrecultura ha incontrato Massimo Iannone, che ad una di queste rassegne ha preso parte attiva, in quanto Docente di tecnica vocale e interpretazione della Puccini Festival Academy, il laboratorio formativo della Fondazione Festival Pucciniano dedicato ai giovani musicisti, e finalizzato alla loro formazione . Scorrendone il nutrito curriculum si scopre che nella vita del Maestro Iannone c’è molto di più, anzi molto più di una vita: gli studi accademici di canto e pianoforte, il debutto a 18 anni, la carriera ultratrentennale di Artista del coro presso una delle più importanti fondazioni italiane, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia , l’attività come responsabile artistico dell’Ensemble Voci Italiane con tournée in tutto il mondo, e ancora l’impegno sindacale che lo ha portato finanche a prender parte alla Consulta per lo Spettacolo del Mibact, e chi più ne ha più ne metta…

Maestro Iannone, in una vita già così ricca di interessi e iniziative come è nata la passione per l’insegnamento?

Mi piace molto il termine passione riferito alla mia attività di insegnante, attività che non è nata all’improvviso.
Fin da giovanissimo ho insegnato musica , anzi mi viene in mente che a 18 anni ho avuto come primo allievo, preparandolo per la licenza di solfeggio ramo strumentisti presso il Conservatorio San Pietro a Majella, colui che sarebbe diventato il Prof. Gerardo Canfora, Rettore dell’Università del Sannio.
Sarà stato forse un azzardo, premiato col buon risultato grazie anche alla grande intelligenza dell’allievo, però è certo che questa mia vocazione viene da lontano.
Ho usato il termine vocazione, ma, essendo buddista e attratto dalle filosofie orientali, parlerei piuttosto di predestinazione, nel senso di un karma che si avvera.
Fondamentale l’esperienza accumulata in tanti anni di attività, di concerti – più di cinquemila – di incontro coi più grandi musicisti e direttori; fondamentale a maggior ragione nell’approccio con un giovane cantante lirico se si parla di tecnica vocale .

Quindi possiamo dire che tutta l’attività di cantante e di musicista ha condotto a questa scelta, anzi che l’attività di docente è la felice sintesi di una lunga e ricca attività di musicista ; si ritrova in questa definizione ? E qual è il bilancio dell’esperienza in seno alla Puccini Festival Academy, esperienza biennale avendo ricoperto il ruolo di Principal vocal coach nel 2020 e di Docente di tecnica vocale e interpretazione nel 2021?

Direi proprio di sì, mi ci ritrovo perfettamente . Ma veniamo alla Puccini Festival Academy ; intanto desidero sottolineare che è una gioia ed un grande onore essere invitato da Giorgio Battistelli – dal 2020 Direttore Artistico del Puccini Festival – immensa personalità di uomo e di artista, musicista di fama internazionale che coniuga ai massimi livelli competenza, versatilità e umanità.
La collaborazione col Maestro Battistelli mi ha arricchito enormemente, e mi piace citare una sua frase: “Saper ascoltare le dissonanze significa saper accogliere le diversità”, un pensiero che ha un profondo significato aldilà della musica.
Il bilancio dell’esperienza in seno alla Puccini Academy, un’ accademia di lunga e grande tradizione nel nostro Paese, è oltremodo positivo, vorrei dire entusiastico.
L’edizione 2021, che ha avuto come responsabile il famoso soprano Clarry Bartha e si è avvalsa di uno stage tenuto da una delle più grandi dive viventi della storia, Renata Scotto, ha visto la presenza di 15 partecipanti; giovani cantanti provenienti da tutto il mondo, Italia naturalmente ma anche Giappone, Portogallo, Germania . Emozionante seguirli anche nell’attività performativa, ed emozionante constatare che la frequentazione intensa durante il periodo dei corsi e dei concerti crei uno scambio reciproco, un’osmosi tra allievi e docente; anche gli allievi ti insegnano qualcosa, dal punto di vista di crescita professionale ma anche umana, perchè i giovani d’oggi sono straordinari per impegno, serietà, preparazione.

La sua entusiastica descrizione dei giovani d’oggi  stimola una domanda impertinente : i tenori sono affettuosamente considerati , da studenti, i meno inclini allo studio, i più duri di comprendonio… da cantanti professionisti poi le vere primedonne. Lei che è appunto tenore, e smentisce lo stereotipo, vantando severi studi accademici di canto e pianoforte, preparazione culturale, perfino attività giornalistica, come si rapporta agli allievi tenori ?

Mi fa un po’ sorridere questa domanda, e desidero subito dichiarare che è un luogo comune. Ripeto che oggi i giovani cantanti lirici sono molto preparati , anche i tenori, e molto più di un tempo : diplomati, laureati, non solo in discipline musicali, ma con una preparazione a 360 gradi e con una voglia di imparare che mi lascia sorpreso.
Proprio parlando di tenori, quest’anno alla Puccini Academy ce n’erano due davvero notevoli, un italiano, molto promettente, e un giapponese straordinario, Kazuki, che non parlava né italiano né inglese ma preparatissimo musicalmente, e conosceva le canzoni napoletane alla perfezione, quasi meglio di me che sono di lingua madre.

La mia domanda voleva essere simpaticamente provocatoria , in effetti  lei è in buona compagnia di tenori anche come insegnanti… come ad esempio il compianto Antonio Savastano – tanto per restare nello stesso ambito geografico salernitano/romano – del quale ricorrono , in quest’anno di anniversari importanti, i 30 anni dalla morte

Mi fa molto piacere che si nomini Antonio Savastano; oltre ad averlo apprezzato da spettatore in tanti ruoli – ricordo il suo grande successo al San Carlo – voglio riportare un ricordo personale: era il commissario esterno al mio esame di diploma, e mi sono rimasti impressi i consigli che mi diede, nonché i complimenti che posso dire sono stati beneauguranti, e le previsioni sulla carriera che avrei intrapreso. Questo costituisce un ricordo bello ed emozionante dell’artista, del docente, della persona .
Sono felice anche che abbiamo introdotto l’argomento insegnanti, perchè mi dà l’opportunità di esprimere la mia gratitudine per quelli che ho avuto.
Ce ne sarebbero tanti da citare, tutti quelli del Conservatorio, fondamentali anche per la mia crescita come vocal coach, ma vorrei ricordare soprattutto quelli che considero i fari nella mia vita, prima di studente, poi di cantante, infine di insegnante.
Il primo è Ettore Campogalliani, che tutti sanno non fosse un cantante, ma nei tre anni in cui ho studiato con lui a Mantova mi ha lasciato delle indicazioni fondamentali.
Desidero poi citare due tenori, e sottolineo l’ importanza di studiare con un cantante dello stesso registro vocale : Alfredo Kraus, che mi ha fatto capire come sfruttare il potenziale di una voce, anche come ricerca di frequenza, ampiezza, colore, e Arrigo Pola che mi ha dato la meccanica, cioè la padronanza del meccanismo del passaggio di registri, e la chiarezza sull’importanza del mantenere la laringe bassa, cosa che spesso non viene  spiegata in modo chiaro e netto .

Come ha affrontato il lungo e buio periodo del lockdown, e la pandemia dalla quale purtroppo ancora non siamo ancora usciti , o non completamente?

La pandemia è stato un periodo molto significativo per me , perchè da buddista ho avuto molto tempo per meditare e per dedicarmi agli allievi. Desidero chiarire subito che non sono assolutamente d’accordo sulla validità delle lezioni a distanza ; se ciò è già problematico per qualunque disciplina, diventa impossibile per la musica e per il canto , per la stessa natura della performance artistica.
La lezione va fatta dal vivo, perché si stabilisce un flusso di energia che spesso, come faceva anche Kraus, parte dal contatto fisico, dal prendere ad esempio per mano l’allievo, e lo faccio anche io. Ci sono anche spiegazioni, esempi, suggerimenti, ma il successo dell’insegnamento si fonda su quel momento magico, su quello scambio energetico che si va a creare.
Devo riconoscere però che durante il lockdown la tecnologia mi ha aiutato molto a mantenere i contatti con gli allievi, anzi ad intensificarli.
Ho avuto l’idea di curare un ciclo di video : “Viva Puccini !“ sui social  (Canale Youtube i Massimo Iannone) con un successo che è andato aldilà di ogni aspettativa (circa centomila visualizzazioni ) ed è stato di grande soddisfazione.
Non ho impartito vere e proprie lezioni in diretta – cadrei in contraddizione – mi facevo inviare i video dagli allievi e poi li correggevamo grazie a lunghe discussioni tramite whatsapp.
È stata un’ esperienza unica, e devo riconoscere che grazie ai social sono diventato un popolare vocal coach , anzi un social vocal coach. Non per falsa modestia ma sono io stesso sorpreso del successo che ho avuto . Ogni giorno mi arrivano messaggi da tutto il mondo, da Europa, Cina, Corea.
Mi sono reso conto dell’importanza di questa visualizzazione continua che ho avuto attraverso i video.
Il successo, ripeto, è stato inaspettato , diciamo che forse ho battuto un po’ gli altri sul tempo, perchè ho iniziato a pubblicare video già 5 anni fa quando ancora non era così diffusa la moda delle lezioni online. Ho anche preso parte ad un’intervista/docufilm – prodotto dalla piattaforma italo americana thedeeping,com, nel corso del quale sono stato intervistato da Bruno Carenini – che ha avuto nelle prime due settimane negli USA ben trecentomila visualizzazioni.

Una bella soddisfazione davvero , potremmo concludere che i social , il web , tutto quello che è attività a distanza possono essere un enorme supporto, e certamente lo sono stati durante il lockdown , a patto di non divenirne schiavi, di usarli ma non di esserne usati, di mantenere il controllo , e a tal proposito è molto interessante capire quanto la filosofia buddista, più volte da lei citata, intervenga nell’approccio al canto da punto di vista psicologico, spirituale ma anche tecnico.

Essere buddista significa avere una passione per lo studio, la filosofia e la meditazione, che ti porta al controllo della mente.
È questo l’obiettivo ultimo, ma lo è anche la compassione e la creazione di valore.
Ognuno può creare valore in quello che è la sua professione, o una sua qualsiasi passione o attività.
È facile comprendere che il mio obiettivo è creare valore nei giovani attraverso l’insegnamento della musica, del canto e propriamente della tecnica vocale.
Utilizzo spesso i principi della filosofia buddista, per l’importanza del controllo delle emozioni, del respiro e della visualizzazione dei chakra.

Come vede il futuro?

Lo vedo in mezzo ai giovani di tutto il mondo e naturalmente col mio amato , amatissimo Puccini !

Antonella Guida

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