Cena in famiglia per I soliti ignoti

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Al Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno in scena dal 6 al 9 gennaio 2022 la commedia I soliti ignoti, tratta dal film cult  diretto da Mario Monicelli, prodotta da Gli Ipocriti e rientrante nel circuito Teatro Pubblico Campano.
Il film a cui si ispira lo spettacolo, è inserito nel filone tutto nostrano della commedia all’italiana, dove si svela la fotografia di una società che cerca di riemergere dal triste periodo della guerra, dove l’arte di arrangiarsi viene mostrata al mondo intero come simbolo di una società intenta nel suo progresso. Un film che ha disegnato con i suoi tipi umani la generazione che anela al grande boom economico, dove il malvivente è un buon uomo che solo la miseria e la povertà socio-culturale ha condannato alla trasgressione.
Il regista Vinicio Marchioni sintetizza la sua volontà di riproporre un testo datato riferito ad un’epoca ben precisa, affermando: «È una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato. La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Vorrei restituire sulla scena l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza».
L’adattamento del testo originale scritto dallo stesso Monicelli con Suso Cecchi D’Amico e Ace & Scarpelli è stato realizzato da Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli che restano fedeli alla sceneggiatura originale aggiungendo solo delle gag-trovate sceniche per ovviare a ciò che non è possibile riproporre in modo realistico come la morte. Proprio il monologo della morte di Cosimo – Paolo Giovannucci che si distacca dalla sceneggiatura originale propone e fa vivere la magia del teatro.
La predominanza della memoria del film pervade tutta la rappresentazione dove gli attori sono divenuti simulacri al tempo stesso degli interpreti originali e dei personaggi da loro creati, e appare la ricerca affannosa della memoria della maschera originale.

La storia si sviluppa all’interno di una cornice/gabbia (scene di Luigi Ferrigno), la cornice/ tromp d’oeil di una gauche della periferia romana in costruzione che i protagonisti non possono vivere ma osservare da lontano, passanti di una città non loro.
Una gabbia  riduce lo spazio rendendolo bidimensionale come a riproporre lo schermo piatto di un cinema, la gabbia dove sono imprigionate le storie, le idee, la narrazione vera della propria esistenza.
Da gabbia per CarmelaMarilena Annibali tenuta segregata dal geloso fratello Ferribotte – Vito Facciolla a luogo dell’amore con Mario – Antonio Grosso. La gabbia/prigione che costringe l’uomo ad agire contro le regole e nell’altra metà della società come Dante – Ivano Schiavi.  Chi non è nella gabbia è davanti ad essa e può entrare al suo interno come Peppe (il Pantera) – Giuseppe Zeno oppure restarne fuori perché protetta Nicoletta – Marilena Annibali.
La cornice si appiattirà nel momento dello scasso fallito aprendo una finestra reale nel cuore della casa: la cucina. La fame atavica è un leit motiv che accompagna la figura di Capannelle – Salvatore Caruso, ripresa dalla fame del neonato raccontata dal padre Tiberio – Fabio Troiano e si estende all’intero gruppo nella scena finale, in una cena improvvisata, dove la riflessione sul futuro di ognuno nella realtà si aggroviglia con il sogno irrealizzabile del colpo grosso.
La storia narrata del gruppo di disperati che cercano il colpo grosso che li sistemi per la vita, perché lavorare stanca, e non riescono a raggiungere lo scopo perché improvvisati e inadatti persino ad essere degli scassinatori. Le donne sono interpretate da un’unica attrice e generalmente evocate, donne la cui presenza ingombra per assenza.
Le musiche di Pino Marino sottolineano e preannunciano l’azione scenica, rievocando ambienti dal sapore felliniano.
I costumi di Milena Mancini similari a quelle originali, e le luci di Giuseppe D’Alterio creano i vari ambienti della storia.

Tonia Barone

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