Una Marina per sette Marie

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Sarebbe dovuto essere un possibile spettacolo inaugurale di una stagione in piena pandemia, ma “The 7 Deaths of Maria” di Marina Abramovic resta un evento cult e venerdì 13 maggio alle 17 la pièce va in scena al Teatro San Carlo in prima esecuzione italiana.
Con repliche lo stesso giorno alle 21, doppia recita il sabato successivo  alle 17 e alle 21 e ancora domenica alle 21 lo spettacolo composito performativo e multimediale impegna sul palco sette cantanti, ciascuna per uno dei celebri ruoli interpretati dalla Divina Callas.
Annalisa Stroppa (Carmen), Nino Machaidze (Desdemona), Jessica Pratt (Lucia Ashton), Roberta Mantegna (Norma), Kristine Opolais (Cio-Cio-San), Valeria Sepe (Floria Tosca) e Selene Zanetti (Violetta Valery), con la regia e le scene di Marina Abramovic, Yoel Gamzou sul podio e le musiche originali di Marko Nikodijević e i costumi di Riccardo Tisci. L’attore Willem Dafoe sarà protagonista nel video, che ha la regia di Nabil Elderkin.
«Ho voluto creare un’opera dedicata alla vita e all’arte di Maria Callas; sono sempre stata affascinata dalla sua personalità, dalla sua vita e dalla sua morte – afferma Marina Abramovic nella sua autobiografia –  Come tanti dei personaggi che ha interpretato sul palco, è morta per amore. È morta di crepacuore […] Nella testa della Callas, chi la uccideva sul palcoscenico era sempre Aristotele Onassis…».
Giunta a Napoli, città con la quale la performer vanta un rapporto speciale e intensao Abramovic, in tema di attualità ha raccontato: «Pochi mesi prima dello scoppio della guerra ho fatto un progetto per Babyn Yar (luogo di eccidio di ebrei ucraini raccontato dal poeta Evgenij Evtushenko in una poesia adottata nel testo della Sinfonia n.13 di Shostakovich), su richiesta di Zelensky che ha chiesto a degli artisti di commemorare quel’eccidio di ebrei ucraini ho creato un grande muro nero lungo 40 metri con dei cristalli conficcati dentro e l’ho chiamato “Crystal Wall of crying”. Nel futuro – conclude l’artista con un auspicio e un invito – se questo muro per miracolo resisterà alla guerra, avrà la funzione di servire due memorie, la memoria dell’olocausto mondiale e quella della invasione russa di oggi. Alla fine di ogni spettacolo io  chiedo al pubblico di avere un pensiero per l’Ucraina».

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