Ottocento e Novecento nel recital di Singh a Villa Pignatelli

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È uno tra i più eclettici pianisti del panorama internazionale, ma mercoledì 1° giugno a Villa Pignatelli, per il  Maggio della Musica, il pianista canadese Cheslav Singh , attento alla musica etnica e a quella contemporanea, propone un programma classico-romantico con “La cathédrale engloutie” dai “Préludes” di Debussy, la trascrizione pianistica  di Liszt da Wagner di “Morte di Isotta”, il poema per pianoforte “Vers la flamme” di Skrjabin, per concludere con la “Sonata n. 32 in do minore op. 111” di Beethoven.
“La cathédrale engloutie” è il decimo dei dodici preludi del primo volume pubblicato da Debussy nel 1910, un anno di conflitti familiari e di maldicenze nell’ambiente, che pure consente al musicista di comporre pagine di straordinario fascino, con una creatività liberata da wagnerismi, da suggestioni orientali, ma con una tavolozza ricchissima in cui tutto confluisce e, impastati i colori, resta solo Debussy.
Se Wagner deve essere grato a Liszt per avere trascritto pagine dalle sue opere, contribuendo ad accrescere l’interesse di impresari e editori, non di meno al compositore ungherese dai natali austriaci, i pianisti di più generazioni e i loro ascoltatori devono dare il merito di avere portato Wagner nei salotti e nelle sale da concerto, come con “Morte di Isotta”.
Mentre Skrjabin componeva “Vers la flamme”, il mondo entrava in guerra, correva l’anno 1914, e i lampi delle armi, oggi possiamo tristemente constatarlo, dai quei giorni solo per 70 anni in Europa si sarebbero spenti, o forse avrebbero solo covato sotto la cenere.
Con la “Sonata n. 32 in do minore op. 111” di Beethoven, che conclude il recital, viene proposta la più alta espressione di una forma che per qualche decennio dopo la morte del genio di Bonn, si poteva ritenere ormai incapace di esprimere nuovi capolavori, ma così non è stato, se non in parte.

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