San Carlo: Spagna tra floclore, liberazione e svolte del Novecento

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Sono le suggestioni iberiche a dominare il programma di sabato 10 giugno  alle 19 al Teatro San Carlo con il chitarrista José María Gallardo del Rey, per la prima volta al Massimo e la direzione di Karel Mark Chichon, già noto ai sancarliani.
Il concerto si aprirà con un quadrittico di brani spagnoli di danza elaborati e orchestrati dallo stesso Chicon, «Quattro Pasodobles» , ovvero «Gallito» di Santiago Lope, « Suspiros de España» di Antonio Álvarez, «Gerona» di Santiago Lope e «El gato montés» di Manuel Penella.
Seguirà una pagina tra le più note del repertorio chitarristico «Concierto de Aranjuez » di Rodrigo.
«Il mio Concerto è sì emanazione dei ricordi felici delle passeggiate con mia moglie durante la luna di miele attraverso i giardini di Aranjuez, ma l’atmosfera malinconica del secondo movimento rimanda alla triste epoca della perdita del bambino che mia moglie ed io stavamo aspettando nel 1939».
Così, nel suo libro di memorie Rodrigo parla del suo celebre concerto, protagonista/vittima di due contrapposte appropriazioni ideologiche: la celebrazione della memoria della repressione del 1806 ad Aranjuez dei patrioti spagnoli fucilati dalle truppe napoleoniche, come raffigurato nel dipinto di Goya, e quella del 1939 della strage franchista dei resistenti spagnoli della guerra civile.
Esiste un patriottismo giusto e nobile, non un nazionalismo giusto,  se non quello libertario che rifiuti derive autoritarie e repressive.
Il soffio e il fuoco che traghettano la Storia tra Ottocento e Novecento sono gli elementi distintivi della seconda parte del programma che si apre con «Prélude à lʼaprès-midi dʼun faune» di Debussy, con quel «respiro nuovo» che Boulez  individuò nel suono del flauto che, solitario, più che solo, domina le prime battute della celebre pagina ispirata a  una poesia di Mallarmé  e  ultimata dal musicista nel 1894.
«L’Oiseau de feu», nel 1910, segnò l’inizio della collaborazione di  Stravinskij  con  la compagnia dei Ballets Russes di Djagilev.
La «Seconda Suite», tratta dal Balletto, nella versione del 1919, consta di sei numeri: 1.Introduzione; 2. L’Uccello di fuoco e la sua danza; 83.Variazioni dell’Uccello di fuoco; 4.Ronda delle Principesse; 5.Danza infernale del re Kascej; 6. Berceuse e Finale. Stravinskij apponeva la sua autorevole firma indelebile sulla musica del Novecento che tre anni dopo, nel 1913,  sarebbe stata stravolta da « Le Sacre du printemps».

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