Riparte il San Carlo con «Madama Butterfly»

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Dan Ettinger, Carlo Fuortes, Ferzan Ozpetek

Ripresa della stagione lirica al Teatro San Carlo con «Madama Butterfly» nella messa in scena  di Ferzan Ozpetek. Dal 12 al 28 Settembre il capolavoro pucciniano occuperà il palcoscenico del Massimo napoletano, dove proprio in questi giorni si è insediato il nuovo sovrintendente Carlo Fuortes.
L’allestimento, presentato per la prima volta nel 2019, vedrà protagonisti l’orchestra e il coro del teatro diretti da Dan Ettinger. Le scene sono di Sergio Tramonti, i costumi di Alessandro Lai e le luci di Pasquale Mari.
Doppio cast per le abbondanti repliche: nel ruolo del Cio-Cio-San si alterneranno infatti Ailyn Perez e Valeria Sepe e in quelli di Pinkerton Saimir Pirgu  e Vincenzo CostanzoMarina Comparato sarà Suzuki mentre Ernesto Petti interpreterà Sharpless.
Protagonista di un fiasco clamoroso alla sua prima esecuzione alla Scala, probabilmente orchestrato ad arte dai detrattori del compositore, l’opera fu invece accolta trionfalisticamente appena tre mesi dopo al Teatro Grande di Brescia e da quel momento in poi il successo della tragedia giapponese in tre atti (così definita dall’ autore) non ha avuto mai fine.
Considerata dal regista un’eroina per niente fragile, ma, al contrario, molto determinata, soprattutto nel suo desiderare una vita in Occidente, la protagonista della storia, Cio-Cio San, geisha che vuol cambiare il suo destino sposando l’ufficiale americano Pinkerton, viene trasportata nel Giappone degli anni ’50, epoca nella quale il modello americano si andava imponendo come riferimento per la gioventù di tutto il mondo.
Un minuto di silenzio prima di cominciare sarà osservato per ricordare Giovanbattista Cutolo, il cornista della Nuova Scarlatti barbaramente ucciso nei giorni scorsi. In sua memoria la Fondazione San Carlo ha voluto dedicare anche una borsa di studio rivolta a giovani musicisti.
Per la messa in scena, le Officine San Carlo, realtà laboratoriale delle periferie di Vigliena, hanno realizzato un tappeto arazzo con filato ECONYL, ricavato dalle reti dei pescatori abbandonate in mare. L’opera è stata realizzata in un percorso di co-progettazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Siracusa, coordinati dal docente di Antropologia progettuale Andrea Anastasio, ospite prestigioso di una masterclass che si è svolta proprio presso le Officine. 

Angela Caputo

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