Chopin e Rachmaninov: Due diverse nostalgie della patria dal piano di Romanovsky

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Non può mancare nel programma del recital di un virtuoso del pianoforte, una dedica a Rachmaninov, nel centocinquantenario della nascita e il 2 novembre alle 20,30 al Teatro Sannazaro toccherà al grande pianista ucraino Alexander Romanovsky per l’Associazione Alessandro Scarlatti.
È oggi quarantenne, ma la prestigiosa carriera di Romanovsky ha toccato l’apice già quando l’artista, che oggi ha anche passaporto italiano,   era appena diciassettenne con la vittoria al Concorso Busoni.
Il pianista metterà a confronto la letteratura di Rachmaninov con quella di Chopin del quale saranno eseguiti due dei «Valzer op. 34» lo «Scherzo op. 31 n. 2»  e la «Polonaise op. 53».
I due grandi compositori-virtuosi, sia pure in epoche diverse, sono accomunati dalla struggente nostalgia per la patria loro interdetta per motivi e situazioni storiche distanti.
Del   compositore russo saranno eseguiti i «Preludi n. 2,3 e 5» e la trascrizione dello «Scherzo» da «Sogno di una notte di mezza estate»  di Mendelssohn e poi ancora  la «Romanza op. 21 n.5», il celebre «Vocalise op 34 n. 14» per concludersi con la «Sonata op. 36 n. 2».
Rachmaninov è stato tra i primi esempi di artista costretto ad emigrare dall’Unione Sovietica, il cui regime biasimava la musica del compositore come  borghese.
«Sono un compositore russo – affermava Rachmaninov – la mia Patria ha determinato il mio temperamento e la mia visione del mondo. La mia musica nasce da un’idea del mio temperamento, quindi è russa, ma persino sotto Nicola II mi sentivo più libero di adesso,  e ora la stessa parola “libertà” suona come una presa in giro!».
Diversi i modi di esprimere l’amore per la patria dei due artisti, avvolto nella sofferenza il Polacco, chiuso al mondo che non fosse quello musicale;  rivolto ai connazionali emigrati e a quelli sofferenti in patria il Russo, per una vita dedito a generose beneficenze e sempre schierato contro ogni regime autoritario.
Scriveva Rachmaninov nel 1931 al New York Times: «Indipendentemente dal loro atteggiamento nei confronti del bolscevismo e di Stalin, i veri patrioti della Russia devono aiutare la loro Patria a sconfiggere gli invasori nazisti – e più avanti – In nessun periodo, in nessun paese è mai esistito un governo che si sia reso responsabile di tante crudeltà, assassini di massa e crimini d’ogni genere quanti ne sono stati perpetrati dai Bolscevichi».

 

Per approfondimenti

Corriere Del Mezzogiorno 02.11.23

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