Il mondo della danza in Campania pone la questione meridionale

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 Movimento Danza – organismo di promozione nazionale e il Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale hanno organizzato una giornata di riflessione nel Ridotto del Mercadante il 6 dicembre 2017 riconducibile al titolo/domanda del convegno La questione meridionale della danza moderato da Laura Valente con la partecipazione di Luca De Fusco (direttore del Teatro Stabile), Gabriella Stazio (direttrice di Movimento Danza) e l’assessore alla cultura del Comune di Napoli Nino Daniele.
In un momento di transizione come quello odierno successivo all’approvazione della riforma dello spettacolo dal vivo e in attesa delle norme attuative sul codice dello spettacolo, più che mai come ha sottolineato Gabriella Stazio – «bisogna essere partecipanti attivi al procedere dei decreti attuativi, vigilando attentamente e ponendo la questione della danza che nell’attuale codice diviene solo un costo per i teatri che lo producono»
Ed evidenzia più avanti Stazio che
oggi lo stabile che scegli di proporre spettacoli di danza non riceve contributi come avviene per le altre arti ma affronta solo le spese dell’allestimento.
Un nodo cruciale da modificare  insieme ad un pregiudizio che vede la danza  come un’arte minore, anche sulla scorta dei dai finanziari ISTAT SIAE e FUS, in cui spesso è rappresentata come percentuale di un tutto, non come disciplina di autonoma ed alta dignità.
Questo quadro decisamente negativo fa emergere come l’arte della danza in Italia non ha un reale spazio nella progettazione culturale e soprattutto, leggendo gli scarsi dati, emerge un divario anzi un abisso tra il centro-nord e il sud sia per il sostegno alle compagnie di danza che la produzione e rappresentazione di spettacoli e in stretta dipendenza la fruizione.
L’analisi propone veramente una “questione meridionale della danza” e non è possibile più attendere che siano altri a creare il percorso;  la proposta sostenuta durante il convegno è quella di costituire una piattaforma che possa essere luogo di incontro e confronto, di costruzione di identità territoriale della cultura della danza, una possibilità di costruire il “sistema danza” in Campania dove certamente il livello artistico è pienamente inserito nel contesto internazionale.
Laura Valente riallacciandosi alla provocazione di Gabriella Stazio di ha posto  l’attenzione su una questione meridionale della danza, riferendo che tutti gli operatori del settore, dai danzatori ai coreografi, devono con forza richiedere l’uso dei fondi destinati a tale comparto totalmente nel territorio per costruire il sentire culturale, riconoscendo e coinvolgendo gli interlocutori pubblici. Non solo, ma Laura Valente ha levato un grido d’allarme dal sentire rivoluzionario che deve condurre ad una maggiore aggregazione, ad un momento di unità «non si può stare disuniti perciò la creazione di una piattaforma unitaria per chiedere delle cose in modo unitario e al tempo stesso deve divenire una statura morale per lavorare tutti insieme, per chiedere che i grandi della danza siano visibili sul territorio, che si possano produrre manifestazioni di residenza in modo continuativo per far crescere le giovani promesse presenti nel territorio».
I numerosi addetti del settore intervenuti hanno sottolineato come al sud non vi sia l’appoggio delle fondazioni di credito e perciò i finanziamenti privati sono considerevolmente ridotti, discorso da affiancare alla scarsa linearità delle procedure per accedere al fondo nazionale e regionale. Questa scarsa chiarezza delle procedute porta a ritardare il ricambio generazionale e i giovani hanno l’esigenza di creare una regolamentazione rivolta sì al presente ma proiettata nel futuro.
Uno dei punti condividi dalla discussione/confronto è stata la richiesta di modificare e controllare i parametri per accedere ai fondi che spesso proprio per le condizioni socio-economiche delle regioni centro-meridionali sono di ostacolo alla loro richiesta.
La creazione della piattaforma o network o forum che possa porre in dialogo costante tutti gli addetti del territorio, in un costante dialogo/confronto per creare un brand della danza campana esportabile e vendibile e che la promozione culturale della città di Napoli e della stessa Campania sia legata anche alla sua produzione culturale.
Gabriella Stazio ha sottolineato che la volontà degli operatori del settore presenti al convegno è quello di creare un network  e in breve tempo si programmerà un nuovo incontro per divenire propositivi e attivi.
Nel saluto iniziale l’assessore Nino Daniele ha sostenuto l’incremento turistico della Campania legato al suo brand e in particolare della città di Napoli che ha un flusso turistico cinque volte superiore alla media degli altri capoluoghi di regione  e quindi la città deve dotarsi di una cospicua programmazione nel settore della danza da offrire anche ai visitatori perché una polis senza danza è come se non avesse un’anima.
Allo stesso modo Luca De Fusco ha offerto lo spazio del Ridotto del Mercadante come luogo di una programmazione legata alla danza sottolineando l’impegno del Teatro Stabile, pur in grandi difficoltà nel reperire finanziamenti degli di uno Stabile Nazionale,  nei confronti di tale arte già da anni che propone nella normale programmazione con una sezione internazionale proprio per intrecciare il linguaggio internazionale con quello locale e ha annunciato la realizzazione di una Settimana di Danza Contemporanea.

Tonia Barone

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