L’ultramoderna “ Bella Addormentata” al Bellini di Catania

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Il tanto atteso classico dei classici del balletto,  “La bella addormentata” di Cajkovskij in scena il  9 ottobre 2018 al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, non si può dire che non abbia stupito, in  una rilettura di base classica che vira al contemporaneo, che fa parlare e pensare. Si tratta  di una produzione molto coraggiosa del Teatro Massimo di Palermo, firmata dal coreografo Matteo Levaggi e che vede impegnato in trasferta  il Corpo di Ballo del Massimo palermitano; lodevole la sinergia collaborativa istituita tra i due teatri maggiori dell’isola, e che promette di proseguire , con  l’obiettivo di scambiarsi le produzioni e di portarle in tour nei teatri di tutta la Sicilia.
Per inciso, questa è l’idea tanto auspicata e ribadita dall’Assessore Regionale al Turismo e Spettacolo Sandro Pappalardo e dal Presidente della Regione Nello Musumeci, nell’incontro- studio sui “Teatri minori in Sicilia e sullo stato dell’arte dei teatri siciliani” tenutosi il 13 ottobre presso Villa Malfitano Fondazione “Witaker”Palermo. In quella sede si è sottolineata  l’intenzione di rilanciare il  mondo teatrale siciliano, non solo lirico, sfruttando appunto le sinergie tra i diversi enti e operatori culturali per promuovere l’arte e la cultura.
Il balletto La bella addormentata , composto da Petr Il’ic Cajkovskij nel 1888/89 e andato in scena per la prima volta al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel gennaio del 1890, è tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault,  pubblicata per la prima volta nel 1697 nell’antologia “Contes de ma mère l’Oye” dove vi sono ben undici titoli della letteratura per bambini, tra i quali Cappuccetto rosso, Cenerentola, Pollicino, Il Gatto con gli stivali, Barbablù, personaggi perraultiani amatissimi che si ritrovano  nel divertissement finale dello spettacolo – in questa occasione anche insieme a diversi richiami cinematografici, da “American Beauty” e “Maleficent”- prima del pas de deux conclusivo, tra i più felici ed eleganti della storia del balletto ottocentesco.
L’impianto  arditamente contemporaneo e la  coreografia sono create  per il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo nel 2017 dal giovanissimo, talentuoso ed eclettico coreografo Matteo Levaggi,  già conosciuto come un eccellente  ballerino, che vanta diverse esperienze formanti dal teatro alla televisione al cinema, e che  chiarisce che  è vero che non ci sono i tutù, ma c’è la tecnica accademica unita al contemporaneo :  il balletto classico originale viene “spogliato” per ricostruire un consert contemporaneo.
Rivoluzione di vedute in questa Bella Addormentata : Aurora – la bravissima Romina Leone – è  una ragazza moderna, libera, che vive sola nel palazzo; è  orfana dei genitori e questo è evidenziato dai due troni vuoti sul fondo della scena, che  rimandano forse all’assenza dei genitori nelle vite dei giovani dei nostri giorni, e pungendosi da sola  con una rosa  sorprende l’attesa del pubblico della fata che le punga il dito per farla cadere nel lungo sonno . Le fate sono abili ballerini en travesti  a piedi nudi e  rappresentano le forze del bene e del male: la  Fata Carabosse interpretata da Vincenzo Carpino e la Fata dei Lillà da Andrea Mocciardini spiazzano il pubblico.  Il principe di Michele Morelli esprime grande carica di gioia ed entusiasmo.
Originalissimi i costumi, “caramelle” spumeggianti color pastello, ideati dai giovanissimi allievi del Master di Costume coordinati da Andrea Viotti dell’Accademia Costume & Moda di Roma.
Un’ardita interpretazione,  non sempre aiutata dalle scene,  affidate a Antonino Di Miceli, allievo dell’Accademia di Scenografia di Palermo: il secondo atto è praticamente spoglio. La  scena maggiormente ad effetto è costituita da  tremila rose bianche che piovono, forse troppo velocemente, sul palcoscenico, e che Aurora offre ai suoi pretendenti, al termine dell’ Adagio della rosa, uno dei brani più celebri dell’intera partitura.
Il direttore d’orchestra Mikhail Agrest, nativo di San Pietroburgo e direttore stabile proprio  del Teatro Mariinskij,   dove il balletto del musicista russo è stato eseguito la prima volta, debutta al Teatro Bellini di Catania e guida una splendida orchestra, ripagando il pubblico,  con una superba interpretazione della sognante musica di Cajkovskj, di tutto questo  “andirivieni” di modernità e anticonformismo a tutti i costi. (foto Rosellina Garbo )

Gabriella Spagnuolo

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