Note d’Incanto con l’oboe di Francesco Di Rosa

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Splendida serata il 24 gennaio per il terzo concerto della Stagione sinfonica 2020 del teatro Massimo Bellini di Catania, in apertura un cambio di programma, anziché il poema sinfonico Prometheus di Liszt, abbiamo ascoltato l’ouverture da “Le Creature di Prometeo” di Beethoven balletto in tre atti, del quale l’ouverture ebbe una vita indipendente come pezzo da concerto.
Interprete d’eccezione della serata è stato l’oboista Francesco di Rosa, considerato dalla critica e dal pubblico come uno dei migliori oboisti del panorama internazionale. Primo oboe solista dell’Orchestra Sinfonica del Santa Cecilia, vanta un curriculum prestigioso, ha suonato nelle sale da concerto più prestigiose al mondo, sotto la direzione di illustri direttori d’orchestra da Muti a Chung, Pappano, Ton Koopman, Barenboim, Zubin Metha.
Uno dei due oboisti italiani  ad aver ricoperto il ruolo di primo oboe con i Berliner Philarmoniker ha inciso gran parte del repertorio oboistico per Emi, Bongiovanni, Thymallus, Tactus, etc…
Il suono dell’oboe ha avuto la potenza di toccare le corde dell’anima degli spettatori, portandoli ad assaporare la bellezza della musica.
Una musica, in questo caso, poco conosciuta…il maestro ci ha regalato il Concerto per Oboe e Orchestra in Re maggiore di Frigyes Hidas, una delle opere strumentali tra le più rappresentative del repertorio ungherese, che valse al giovane compositore il premio Erkel nel 1959. Hidas è un compositore ungherese tra i più importanti e proliferi del Novecento, diremmo l’ultimo dei compositori romantici.
Il maestro Francesco Di Rosa dotato di una dolcezza di suono e di fraseggio d’incommensurabile grandezza ha stregato e commosso il pubblico presente nell’Andante del secondo movimento.
Fragorosi e pieni d’emozione gli applausi, anche dei tanti entusiasti giovani e studenti presenti che, subito accontentati dal bis richiesto a gran voce, Gabriel’s Oboe dal film Mission di Ennio Morricone, sognano di emulare l’illustre maestro, che proprio in questi mesi sta svolgendo a Catania una interessantissima Masterclass presso l’Accademia Rackmaninoff.
Completa il programma la Sinfonia n.4 in Do maggiore op.112 di Sergej Prokofiev opera grandiosa, dal fortissimo impatto emotivo, senza dubbio una composizione che fu il risultato di un profondo processo di rielaborazione creativa dell’autore, durato almeno vent’anni.
Dirige il concerto, con piglio sicuro e attento il direttore giapponese Hirofumi Yoshida che guida la superba orchestra in un turbinio di colori trionfali.
Un plauso dunque all’oboista Francesco Di Rosa che ha saputo farci sognare, e riconoscendo la difficoltà di questo amabile strumento, dai difficili passaggi virtuosistici, alla cadenza del primo movimento, realizzati con una precisione maniacale, riusciamo ad assaporare la grande capacità di far cantare il suo oboe, come o ancor più soavemente di una voce umana, e tutto ciò è sicuramente legato alla grandezza del suo spessore…

Gabriella Spagnuolo

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