Alice nella fantasia di Moses Pendleton

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Teatro Verdi di Salerno lunedì 27 gennaio 2020: la sala è gremita, i palchi pure, lo spettacolo sta per cominciare.
In scena i Momix, famosissima compagnia di danza americana che, sulle coreografie di Moses Pendleton, si inoltra nelle pagine di un libro famoso di Lewis Carroll: Alice nel Paese delle Meraviglie. La performance dei sei atletici interpreti si svolge in due atti, Nella tana del coniglio ed Oltre lo specchio, liberamente ispirata alle avventure della bambina protagonista dell’omonimo romanzo. La narrazione testuale di per sé è perfetta per modellare luci, effetti ipnotici e psichedelici, costumi e musica, proiezioni e macchine sceniche, maschere e danza; Alice si materializza al nostro sguardo, e sprofondando nel mondo sotterraneo come nelle vicende nel Paese delle Meraviglie incontra il Bianconiglio, il Cappellaio Matto ed il suo orologio che segna sempre il giorno, ma non l’ora, lo Stregatto, la Regina di Cuori, il Ragno, il Bruco, il Giardino dei fiori viventi. Dopo che Alice volteggia sull’altalena in un giorno d’estate, precipitando in giù, incrocia le porte da attraversare, creature strane, la quadriglia delle aragoste, le rose colorate di rosso, le carte da ramino; specchi che riflettono ed amplificano i gesti (“cracked mirrors” in cui i ballerini danzano reggendo specchi, eseguendo un passo a due con loro stessi); un mondo onirico e allusivo, talvolta inquietante (“The Tweedles”, danzata con i volti coperti da enormi maschere raffiguranti dei neonati), talvolta noir, in perenne mutamento come i corpi dei danzatori che ondeggiano, evolvono in forme inconsuete, in viluppi dinamici. Il mondo alla rovescia della piccola Alice si anima grazie al loro virtuosismo acrobatico in un connubio di luci e giochi ottici; corpi intrecciati si combinano in varie figure in atmosfere surreali, corpi fluttuanti e allungati disegnano tele degne della più originale visionarietà. Le coreografie si susseguono a ritmo sostenuto, tra onde marine e vetrate di una cattedrale gotica e poi via ancora in un via vai di carte, tra stoffe colorate e oggetti di scena, tra danza aerea e roteanti evoluzioni evocanti i dervisci, in una continua ricerca della perfetta simmetria, componendo evoluzioni ora geometriche ora astratte nello spazio; e sembra davvero che l’intento sia quello di far partecipare il pubblico al tea party del Cappellaio Matto. L’impatto estetico ed emotivo, al solito, è fortissimo, indiscutibile la bravura del corpo di ballo, ed appare in questo nuovo spettacolo, nutrito da una poetica fantasia, più che la danza vera e propria, una sorprendente sinergia tra i vari elementi che lo compongono, ognuno imprescindibilmente significativo ed essenziale.
Il viaggio si conclude con Alice che s’innalza diventando sempre più alta, in un turbinio di volteggi colorati, forse un ulteriore trasformazione in altro da sé, forse la risposta all’iniziale “chi sei tu?”, al termine delle sue incredibili avventure…
Applausi calorosissimi alla prima serata per questa creazione coreografica sicuramente da non perdere, che replica al Teatro Verdi di Salerno martedì 28 gennaio (alle ore 17 e 21) e mercoledì 29 gennaio (ore 21).

Dadadago

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