Gothica Fennica Vol. 1 – Ville Valo lancia il nuovo progetto solista

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Dopo un lungo silenzio, Sua Maestà Infernale – al secolo Ville Valo, ex frontman degli HIM – ci reimmerge nel consueto vortice già noto a chiunque, da adolescente, abbia frequentato le latitudini gotiche della Scandinavia: un oscuro ricettario a base di amore, morte e rock ‘n’ roll.
La voce di Valo, sempre meno incisiva durante l’ultimo decennio, proprio quando ormai sembrava essersi perduta, torna infatti a risuonare senza preavviso, senza trombe né proclami, come un vento tiepido e inatteso che, dalle foreste e dalle tundre della Finlandia, si propaghi dolcemente fino a noi.
Il suo progressivo declino, iniziato col disco Screamworks: Love in Theory and Practice (2010), quindi confermato dalla precarietà delle esecuzioni live, nonché dalla scialbe collaborazioni con altri musicisti dopo lo scioglimento della band storica (nel 2017), lasciava sperare ben poco.

E invece, una volta tanto, tocca ricredersi.
Duplice sorpresa, non essendo stata anticipata da alcuna pubblicità.
Una sola frase preannuncia l’evento sulla pagina Facebook degli HIM (adesso amministrata, supponiamo, da Valo e basta): “And now for something completely different…” (“Ed ora passiamo a qualcosa di completamente diverso…”). Le fa eco un post uguale su Instagram. Poi nient’altro, se non il link al sito ufficiale, dov’è possibile ascoltare (e acquistare) il nuovo progetto solista del cantante finlandese, intitolato Gothica Fennica Vol. 1. Lavoro che, in sintonia coi tempi più recenti – a livello di strumentazioni, ad esempio –, si scopre somigliante al sound tradizionale della band: un connubio di chitarre distorte, timbri baritonali e fascinazioni pop. Il suo nome è Love Metal, genere del quale gli HIM hanno sempre rivendicato la paternità, e il cui trapasso viene ancora oggi pianto da orfani e nostalgici (l’ultimo album, Tears on Tape, risale al 2013).

Mossa commerciale o ritorno di fiamma?
Forse entrambe le cose. Gli abusi alcolici di Ville Valo sono ben famosi, così come la progressiva crisi creativa affrontata dall’artista, autore dei testi e di gran parte delle melodie che associamo alla band di Helsinki.
Qualunque sia la verità, non basta a sfumare lo spirito genuino che emerge da Gothica Fennica Vol. 1, del cui processo compositivo ignoriamo però ogni circostanza: sebbene alcune voci di corridoio collochino di nuovo Mikko Paananen – in arte Migé Amour, storico bassista degli HIM – insieme al cantante, non va escluso che l’intera registrazione sia merito del solo Valo, ampiamente rodato come polistrumentista.
Già la copertina riallaccia i legami col passato. A campeggiarvi sopra è l’ennesimo heartagram, il simbolo ufficiale degli HIM, fusione geometrica di un cuore e di un pentacolo, nel centro del quale vediamo risaltare per la prima volta due angoli. E ciò che ne deriva, ad uno sguardo più attento, sono proprio le iniziali di Ville Valo: VV.

Anche il discorso lirico riprende dal punto in cui lo avevamo interrotto.
La prima traccia, Salute the Sanguine, accoglie l’ascoltatore con un verso esemplare, “Death, blow me a kiss” (“Morte, soffiami un bacio), che sembra rispondere al ritornello di WLSTD, traccia finale di Tears on Tape, dove Valo cantava “When love starts to die / it begins with a kiss” (“Quando l’amore inizia a morire / lo fa con un bacio”). Le sonorità, in questo caso, recuperano toni melodici dei dischi Dark Light (2005) e Screamworks, specialmente nell’arpeggio dell’intro, nella strofa e nel coro del ritornello, mentre la chiusa mostra ritmiche e languori più imparentanti con Venus Doom (2007).
Sensazioni confermate dal pezzo seguente, Run Away from the Sun, ballata romantica dove non mancano ottime intuizioni poetiche – come nel verso “We are the ones with moonlit hearts” (“Noi siamo gli unici ad avere il cuore rischiarato dalla luna”) – e dove nondimeno l’atmosfera troppo orecchiabile si avvicina, senza mai sovrapporsi, ai difetti di Screamworks.
Dulcis in fundo, l’energica traccia Saturnine Saturnalia, ultimo tassello di questo Gothica Fennica Vol. 1, rappresenta l’apice del nostro ascolto. Un viaggio di quasi sette minuti, ben strutturato nella composizione, e con solidissime linee vocali: come un Dioniso piangente e non più festoso, Valo guida il proprio corteo di feroci chitarre (devote al culto dei Black Sabbath) e di synth posizionati nelle retrovie, mentre dalle basse tonalità di tenebra, fino a quelle più ebbre ed estatiche, il suo canto glorifica la distruzione di sé. Inevitabile il riferimento ai tempi d’oro, segnati da Love Metal (2003) e da Venus Doom, su cui s’innestano inedite pennellate elettroniche.

Copertina del disco “Greatest Love Songs Vol. 666” (1997)

Pur senza sbilanciarsi, né osando chissà quali esperimenti, complice forse la breve durata, il trittico musicale offre un assaggio di quanto il futuro potrebbe riservarci. La numerazione apposta al titolo, in tal senso, suggerisce l’arrivo di un secondo capitolo, magari più vario ed esteso, ma comunque fedele al modello qui definito. L’esito dipenderà senz’altro da due fattori: i guadagni ottenuti, nonché l’ispirazione ondivaga dello stesso Valo.
D’altronde non è un segreto che gli HIM, nel corso della loro ventennale carriera, abbiano impiegato soluzioni analoghe, sul piano creativo e commerciale, senza ottenere risultati sempre coerenti. Se il loro primo EP, 666 Ways to Love: Prologue (1996) – poi confluito nell’esordio ufficiale dal titolo Greatest Love Songs Vol. 666 (1997) – spiccava sia per l’uso del termine Prologue, sia per il numero scherzosamente diabolico associato all’album successivo, la medesima strategia non ha invece chiuso il cerchio con Love Metal Archives Vol. 1 (2005), raccolta di videoclip, interviste e concerti, a cui purtroppo non è mai seguito un secondo volume.

Emanuele Arciprete

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About Author

Nato nel 1990, napoletano di nascita, bolognese di adozione. Cinema, Musica e Letteratura costituiscono il centro gravitazionale di tutte le mie attività materiali e spirituali.

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