Quando la vita diventa una lunga notte

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This wide night di Chloë Moss, che con questo testo ha vinto un prestigioso premio conferito ad un’autrice di nuova drammaturgia inglese, è stato portato in scena a Londra per la prima volta nel luglio 2008 al Soho Theatre. In Italia la piece viene scoperta da Laura Sicignano che la traduce assieme ad Eliana Amadio con il titolo Questa immensa notte: un lavoro che, portato in scena per varie stagioni dalla Compagnia del Teatro Cargo di Genova, esplora l’importanza e l’unicità delle relazioni create all’interno delle carceri, nato dall’esperienza (vissuta realmente dalla drammaturga) di ascolto delle detenute, di cui circa il 70% in prigione per crimini non violenti, quasi tutte con figli, spesso recluse per povertà e l’uso di droga.

«Si può avere lo stesso rapporto con qualcuno con cui si è stati rinchiusi per venti ore al giorno? Cosa significa essere liberi? Quando le protagoniste dello spettacolo, escono, il mondo esterno non le può aiutare, ma le soffoca»

Il ritratto di due donne sconfitte dalla vita, ferite negli affetti, tradite e disperatamente sole, che provano a ricominciare inizia quando la cinquantanne Loredana, è rilasciata dal carcere e si reca a casa della giovane Mary. Pur non molto contenta la ragazza accetta di ospitare nel suo monolocale di periferia di una grande città senza nome, la ingombrante amica, materna e petulante, ansiosa e chiacchierona. Le dinamiche che si ripropongono ora, riacquistata la libertà, sembrano identiche a quando in prigione condividevano ogni cosa, ma adesso la loro amicizia, che un tempo le sosteneva, rischia di incrinarsi in questa nuova convivenza, chiusa in un faticoso squallore casalingo che in fondo non sembra offrire una via di uscita.

La pioggia impera in questa esistenza claustrali, in una continua schermaglia in cui si mescolano ricordi di bimba e quelli di una madre che si è vista allontanare dal figlio, pagliacciate tra piazza e birra, speranza, attese, musica da ballare, farmaci antidepressivi, progetti abortiti e bugie per tirare avanti. Due fragilità che a contatto lasciano emergere il proprio lato egoista per difendersi ma anche il Fuori, terrorizzante, non riserva che illusioni, violenza, incubi, il marchio infamante della colpa mai espiabile anche se si è espiato. Non sembra facile per le due amiche risalire la china, vivere la loro relazione molto travagliata, ritrovare la luce di questa immensa notte che sembra non finire mai…ma quando, sul finale, Loredana esce in un fuori orribile e piovoso, non avrà alternative se non il rifugiarsi nella dimensione protettiva dell’amicizia nevrotica ma scevra da ogni giudizio di Mary. Forse, insieme, un dopo sarà possibile o passabile… Su questa trama densa di rabbia, disperazione e rassegnazione, che ancora ci parla di un femminile disastrato, di redenzioni impossibili, di vite negate, di errori che si pagano per sempre, di sofferte solidarietà, si innestano scelta registiche che, spiace dirlo, non ci sono sembrate calzanti.

Paolo Pignero della compagnia Gli Amici di Jachy di Genova, ha optato per un continuo sottofondo sonoro, ora il rumore della pioggia, ora delle delicate melodie di Enya e già questo non facilita certo la drammaturgia che ruota sul contrasto tra le due donne e nei dialoghi che sono l’unico filo conduttore della vicenda. Non è un testo di azione e tutto si gioca sulle parole, la messa in scena, dunque avrebbe dovuto privilegiare questo aspetto, non “coprire” le voci delle attrici, tra l’altro non microfonate e di scarso volume. E ancora non ci è parso giusto il ritmo dato allo scorrere delle varie scene, alcune iperrealiste, molto lento e profondamente statico, per cui il tono dello spettacolo appare piatto ed incolore, levandosi quasi solo sul finire. Le interpreti Manuela Mazzola (Mary) ed Ornella Sansalone (Loredana) che dovrebbero dar risalto alle intime sofferenze delle due donne con diversa misura, al di là del lodevole impegno, adottano una recitazione povera, poco incisiva, monocorde, e soprattutto priva della necessaria impostazione vocale che consenta ai malcapitati delle ultime file (noi!) di comprendere a pieno le sfumature emotive del testo. Applaudito molto dal pubblico in sala, a riprovare che la scrittura è avvincente e valida, il dramma di Chloë Moss è stato il secondo spettacolo del Festival XS, in scena domenica 5 marzo 2017 al Teatro Genovesi di Salerno. Alla prossima.

Dadadago

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