Antonio Florio ambasciatore di Ricchezza a Napoli

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Dopo il successo dello scorso anno, la Domus Ars, centro policulturale diretto da Carlo Faiello, ha rinnovato la sua ospitalità e collaborazione al festival barocco “Sicut Sagittae” di Antonio Florio.
Questa seconda edizione, che presenta un numero maggiore di concerti rispetto al 2016, si è inaugurata venerdì 20 ottobre con la prima esecuzione moderna dell’ “Oratorio de los Santos Niños” di Donato Ricchezza eseguita dall’orchestra della Cappella Neapolitana, nuovo nome dello storico gruppo del maestro Florio, che ha accompagnato Federica Pagliuca (soprano), Marta Fumagalli (contralto), Luca Cervoni (tenore) e Giuseppe Naviglio (baritono).
La serata è stata introdotta da un video celebrativo nel quale sono stati ripercorsi i trenta anni di attività dell’ex Cappella della Pietà dei Turchini, di cui ricorre l’anniversario, e da una presentazione del brano a cura del professor Dinko Fabris.
Donato Ricchezza fu un compositore e violinista napoletano attivo tra 1600 e 1700; studiò presso il Conservatorio di Loreto prima e successivamente presso il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, dove fu allievo di Francesco Provenzale. Le sue composizioni sono conservate nel complesso monumentale dei Girolamini, all’interno del quale succedette a Caresana come maestro di cappella fino al 1714.

Universalmente riconosciuto per la scoperta di Provenzale, la cui “Colomba ferita” diede avvio alla sua carriera, Veneziano e Caresana, Florio ha iniziato l’opera di recupero di Ricchezza con l’esecuzione e l’incisione, per l’etichetta Glossa, di questo Oratorio risalente al 1683.
«La musica di Donato Ricchezza mostra una personalità di altissimo profilo artistico, proprio perché assimila la lezione dei suoi grandi contemporanei facendola propria. – afferma Antonio Florio – L’oratorio è dedicato a Los Santos Niños ossia San Giusto e San Pastore, martirizzati in Spagna alla tenera età di 7 e 9 anni per ordine del governatore romano Daciano durante la persecuzione di Diocleziano: i due santi bambini sono tuttora assai venerati in Spagna e nel Seicento erano associati alla potente famiglia spagnola degli Astorga.»
L’anno di composizione di questo Oratorio è particolarmente significativo, poiché coincide con l’arrivo a Napoli di Alessandro Scarlatti al seguito del viceré spagnolo, Marchese del Carpio, e con lo sviluppo della scuola napoletana su scala internazionale; appare chiara dunque la destinazione spagnola di questo componimento.

Il compositore esprime in musica il contrasto tra la purezza dei fanciulli, affidandone il canto alle voci femminili (un tempo destinate ai castrati), ed i militari  romani mandati dall’imperatore per effettuare le persecuzioni, impersonati dalle voci di tenore e basso. Non solo un contrasto timbrico però, l’intera vicenda si basa sulla contrapposizione culturale e linguistica tra i due mondi, pagano e cristiano, ma anche spagnolo e romano, vinta al caro prezzo della vita dai martiri, i quali, accusati di essere ignoranti, riescono invece ad adempiere al proposito iniziale dell’oratorio, composto eccezionalmente a quattro voci, “imparate ad amare da due bambini”.

La serata si è conclusa con due bis: “La passacaglia dell’acqua” tratta da “La gara dei quattro elementi” di Provenzale, eseguita da Marta Fumagalli e di nuovo il gruppo intero per salutare il caloroso pubblico con l’inciso iniziale dell’Oratorio.

I prossimi appuntamenti saranno, sempre alle 20:30 presso la Domus Ars, lunedì 23 ottobre con il clavicembalo di Rinaldo Alessandrini, il 24 novembre con “Occhi Turchini” di Pino de Vittorio e la direzione di Franco Pavan ed a conclusione un doppio concerto sulle cantate napoletane del 1600,  dal titolo “Narciso, Tancredi, Tirsi e Clori e altre storie…” diretto da Antonio Florio il 29 novembre ed il 3 dicembre.

Emma Amarilli Ascoli

Foto Emanuele Ferrigno ©

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