Il Teatro Bellini di Catania presenta la sua stagione

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Clima da grandi occasioni Sabato 13 gennaio 2018 nel foyer del Teatro Bellini di Catania, dove  si è tenuta la conferenza di presentazione della Stagione Lirica 2018 e della sua opera inaugurale , La Rondine di Giacomo Puccini , in scena sul palcoscenico del Massimo etneo dal 16 al 24 gennaio . La Rondine rappresenta il fiore all’occhiello della Stagione, per la presenza di star del calibro di  Patrizia Ciofi – belcantista di rango, vincitrice del prestigioso Bellini d’oro, al debutto nel ruolo –  e Giuseppe Filianoti nei ruoli principali ,  e dell’altrettanto blasonato Maestro Gianluigi Gelmetti   , dall’ottobre 2017 Direttore Principale Ospite del Massimo etneo ,   nella doppia veste di  direttore e regista . Presente la dirigenza al completo, dal Sindaco e Presidente dell’Ente Enzo Bianco , al Sovrintendente Roberto Grossi, al Direttore Artistico Francesco Nicolosi . Presenti anche il maestro Gelmetti e il Maestro del Coro di recente nomina, Gea Garatti Ansini. Altro fiore all’occhiello, la presenza alla prima del 16 gennaio di Sergio Mattarella , Presidente della Repubblica, ed è con questo annuncio che , introdotto da  Caterina Andò , Enzo Bianco esordisce con orgoglio . Non si possono tacere le difficoltà che ancora attanagliano l’Ente , che nelle parole del Sindaco « paga un prezzo molto salato per il fatto che Catania non è capoluogo di regione », in termini sia di finanziamenti che di denominazione , non essendo annoverato tra gli enti lirici per mera questione geo-politica . Ciononostante , sempre secondo le parole del Sindaco « si sono fatte le nozze con i fichi secchi » – colorita espressione locale per indicare la scarsità dei mezzi – « garantendo qualità e quantità » , a cominciare dal Concerto di Capodanno, per la cui direzione  ha ringraziato il Maestro Gelmetti .

Il Sovrintendente Grossi sottolinea la straordinarietà dell’inaugurazione , sia per l’opera scelta , La rondine , assente  dal palcoscenico del Bellini dal 1991 e di cui Gianluigi Gelmetti è appassionato sostenitore , sia per la presenza del Presidente Mattarella che -tiene a precisare il Sovrintendente – non è andato neanche alla Scala. Riconoscendo che il progetto di rilancio prosegue, pur se in  una situazione di grande difficoltà , auspica  il successo della campagna abbonamenti e la presenza di molti giovani e di turisti ,  ma anche il coinvolgimento delle realtà imprenditoriali per avviare e in qualche caso continuare progetti condivisi.

Francesco Nicolosi ravvisa una linea di continuità tra le stagioni precedenti da lui inaugurate, presentando opere di non frequente , se non rara,  esecuzione, come la Fedra di Paisiello nel 2016, La straniera di Bellini nel 2017, arrivando a La rondine del 2018.
Infine il maestro Gelmetti coglie il bel clima di collaborazione che si respira in teatro nonostante le difficoltà , che ha ammesso di non sospettare in tale entità e che ha toccato con mano in misura maggiore in quanto regista di un nuovo allestimento . Bel clima testimoniato anche dall’entusiasmo dei coristi che « sua sponte » per non mancare all’esecuzione dell’Inno di Mameli prima dell’inizio dello spettacolo verranno in anticipo rispetto all’orario dovuto, e in abito elegante . Grande cuore ed entusiasmo profuso nel lavoro , come quello che vive nelle parole del Maestro mentre descrive La Rondine , opera da lui amata , con la quale ha già inaugurato la Stagione dell’opera di Roma alcuni anni fa,  tra le più belle del genio lucchese e forse trascurata per la straordinaria modernità per l’epoca, del soggetto e del personaggio, una Magda che il Gelmetti regista  vede come una donna che compie un percorso di libera autodeterminazione  . Una donna che trova l’amore nel giovane Ruggero  ma che vi rinuncia perché si rende conto che  quell’ambiente borghese – di cui egli fa parte e del quale la  lettera inviata dalla madre di lui per benedirne l’unione è un vero e proprio manifesto – non è il suo mondo. Ella rinuncia pur amando , restando una donna libera, a differenza di altre eroine non suicidandosi, non tornando alla vecchia vita di mantenuta ,  mentre Ruggero appare in tutta la sua pochezza infantile rannicchiandosi quasi in posizione fetale, come preannuncia il maestro, ripiegato su se stesso e sul suo dolore senza una parola  per la sofferenza della donna . « Il maschilista Puccini è autore di un’opera quasi femminista » conclude il Maestro,  che sul podio si alternerà con Leonardo Catalanotto.
Il Direttore Artistico annuncia  poi gli altri titoli in cartellone , in totale 5 opere e due balletti: dopo La Rondine, La Traviata di Giuseppe Verdi a marzo nell’allestimento del Teatro Massimo di Palermo , regia di Mario Pontiggia , direttore Jordi Bernacer , a maggio Andrea Chénier di Giordano diretta da Miquel Ortega per la regia di Vincenzo Pirrotta; l’appuntamento dopo la pausa estiva è in settembre collegato al Festival Belliniano con l’opera di esordio del Cigno catanese  Adelson e Salvini, direttore Carminati, regista Roberto Recchia, per concludere l’anno con una novità assoluta , dalla novella omonima  di  Giovanni Verga, Storia di una capinera di Gianni Bella, autore catanese più noto in altri ambiti, come del resto il librettista Mogol. Per gli appuntamenti di balletto , in febbraio Rossini Ouvertures con la direzione di Antonino Manuli e La bella addormentata di Cajkovskij in ottobre .
Cartellone indubbiamente  interessante , con lieti ritorni di artisti e direttori, e qualche novità ( per il programma completo si rimanda al sito del teatro www.teatromassimobellini.it al momento in fase di aggiornamento ) ma un cartellone prodotto con sforzo immane da un Ente in affanno , cui la Regione matrigna nel corso degli anni chiude progressivamente i rubinetti, con carenze di organico ormai non più eludibili , con personale precario  dalla vita lavorativa incerta e costellata di promesse disattese, con blocco delle assunzioni, con riduzione dei cachet degli artisti. L’ennesimo taglio di tre milioni di euro, se non verrà scongiurato  entro aprile, ne decreterà la chiusura , ed ogni lungaggine della macchina regionale ancora in fase di rodaggio dopo le elezioni può essere fatale.  Le « nozze con i fichi secchi » sono state celebrate a prezzo di riduzione negli anni del numero dei titoli , di sostituzione a stagioni avviate  di titoli con altri meno onerosi,  con allestimenti a volte non degni di un ente glorioso che è stato tra i più prestigiosi in Europa.  Grazie all’abnegazione, e all’entusiasmo di cui parlava Gelmetti il Teatro è ancora vivo , e bene ha fatto la dirigenza ad accendervi i riflettori con la presenza del Presidente della Repubblica; ma che sia questo un punto di partenza per evidenziare il problema, non per nasconderlo , perché anche i fichi secchi sono finiti.

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