Olga Borodina alla sua Prima al Teatro di San Carlo

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Anche per una stella della lirica mondiale, acclamata in tutto il mondo, Olga Borodina c’è sempre  una prima volta. Sabato 19 maggio il battesimo  al Teatro di San Carlo di Napoli.
Un programma dedicato esclusivamente, bis compresi,  a  lieder e  liriche di compositori russi. Accompagnata al pianoforte dal giovane Vasily Popov.
Nella prima parte  interpreta le romanze di Sergej Rachmaninov mentre nella seconda le liriche di Petr Ilic Cajkovskij.
Alcuni fattori impediscono di rendere assolutamente memorabile la pure emozionante serata.
Molti e intensi i  momenti di pura magia elegiaca che soltanto una fuoriclasse come la Borodina  può creare nonostante l’innata generosità la conduca ad affaticarsi.
Ci dispiace aver visto non pochi posti vuoti in un teatro che avrebbe dovuto registrare il sold out per un in evento così prestigioso.
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i ragguardevole qualità l’impasto timbrico del mezzosoprano russo; il   registro grave è potente e sonoro quanto quello acuto e con una posizione tecnica sempre alta, per cui il suono resta sempre nella “maschera” e non si avvertono  i passaggi di registro se non quando l’interprete affida ad essi una dichiarata funzione espressiva.
È quella che ci si auspicherebbe fosse la dotazione standard di ogni cantante lirico.
Ed è proprio quando le condizioni della serata non sono le migliori che apprezziamo ancor più le qualità tecniche ed espressive dell’Artista. E la Borodina le possiede tutte e ne cogliamo anche la grandissima padronanza.
Il pubblico, anche quello più attento, non si è reso  conto dell’ indisposizione vocale della cantante e questo ci da l’idea della grandissima forza di volontà, impegno e della grandissima tecnica di un’interprete che possiede  la musicalità e padronanza del repertorio.
Il pianista, non severamente impegnato dal programma, si è comunque espresso su livelli di grande raffinatezza in particolare nella secinda parte, dedicata alle  romanze di Cajkovskij.Qualcuno dal pubblico al momento del bis, si è visto negare con una “ severa” declamazione di un ennesimo lied russo, l’interpretazione che più ci avrebbe lasciato entusiasti della serata e che l’ha resa celebre nel mondo: l’aria“Mon cœur s’ouvre à ta voix” da Samson et Dalila di Camille Saint‐Saëns.Chissà, magari prossimamente ascolteremo Olga Borodina al San Carlo proprio interpretare Dalila , ma nell’opera?

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