La Stagione del Barocco: l’Arte incontra l’Arte

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«Un connubio di arti quello offerto dall’Associazione Scarlatti per la seconda edizione della Stagione del Barocco», con queste parole il presidente Oreste De Vitiis ha presentato il concerto tenuto dall’ensemble Concerto de’ Cavalieri lo scorso mercoledì 30 maggio. Protagoniste della Stagione infatti sono state, e continueranno ad essere nei prossimi appuntamenti, non solo splendide musiche dalle eco rinascimentali e barocche, ma anche le cornici ospitanti: la seicentesca Chiesa dei Santi Marcellino e Festo e, unicum per la serata del 30 maggio, il Complesso Monumentale di Donnaregina.
Questo concerto, terzo appuntamento della Stagione, è stato offerto gratuita
mente dall’ Associazione Scarlatti in collaborazione con la Società Campana Beni culturali (SCABEC) nell’ambito del progetto “Open Art Campania”.
Il programma del concerto è stato interamente dedicato ad  Antonio Vivaldi e nello specifico alla evoluzione del concerto solistico a partire dalle sinfonie di apertura passando per i concerti per archi.  Ad eseguire le splendide pagine del corpus vivaldiano, è stato il Concerto de’ Cavalieri, da anni affermato come una delle formazioni di maggiore interesse nel campo della musica antica, fondato e diretto dal maestro Marcello di Lisa; l’ensemble si è valso della collaborazione di un solista di fama internazionale: il virtuoso violinista Federico Guglielmo che, nella serata napoletana e nella successiva replica per il Teatro Verdi di Salerno, ha eseguito con pregevole gusto musicale le Quattro Stagioni – Concerti per violino e archi op. VIII (1725) di Antonio Vivaldi, accompagnato dall’ensemble d’archi.

Tratti da “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione”, questi concerti sono tra i più celebri scritti del compositore veneziano per la potenza descrittiva dell’elaborazione tematica, sono scolpiti nella mente di tutti i cultori di musica i trilli ad imitazione del canto degli uccellini affidati al violino solista nella Primavera, come lo sono le quartine di note ribattute – elemento  ricorrente e caratteristico delle composizioni vivaldiane – che perfettamente rendono il “Tempo impetuoso d’estate”, espressione con cui Vivaldi stesso designa il quarto movimento dell’Estate. Il titolo dell’intera opera VIII, “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione”, racchiude e rispecchia i principi della poetica musicale barocca, la continua sfida tra le regole dell’armonia – fonte di continue disquisizioni tanto da portare Tartini alla pubblicazione del suo trattato “Secondo la vera scienza dell’armonia” (1754)- e l’invenzione tematica al servizio dell’imitazione della natura. Un diverso “cimento” ha però aperto  la serata, dall’opera “La verità in Cimento” è stata infatti eseguita la sinfonia in sol maggiore. Tra un combattimento per la verità e un guerreggiare tra armonia e invenzione, il Concerto de’ Cavalieri ha eseguito il concerto per archi in re maggiore RV519 e il concerto per archi in sol minore RV121. Lo stesso termine concerto del resto etimologicamente riconduce al latino concertare, duellare, che si riferisce in particolare alla contrapposizione tra il tutti orchestrale ed i soli, elemento tipico del Concerto Grosso. Vivaldi non si cimentò in questo genere, concedendone il primato ad Arcangelo Corelli, ma ritagliò nei suoi Concerti momenti quasi solistici affidati al primo violino -all’epoca anche direttore d’orchestra- come si è ascoltato negli allegri del concerto in sol minore RV156. Dal concerto per archi si giunge al concerto a solo passando per quello per due violini solisti, a questo genere appartiene il concerto in la maggiore RV519 tratto da “L’Estro armonico” op III n.5, eseguito nel corso della serata. Le parti solistiche sono stata affidate a Fabio Ravasi, spalla dell’ensemble, e Alessia Pazzaglia i quali si sono “cimentati”, ovvero sfidati, mostrando un grande affiatamento nella resa musicale.  A conclusione della serata il maestro Federico Guglielmo, sempre accompagnato dai pregevoli musicisti del Concerto de’ Cavalieri, ha eseguito come bis una rara pagina del compositore Giuseppe Tartini, un Adagio giunto con la realizzazione degli abbellimenti scritta dallo stesso autore.
Il prossimo appuntamento della stagione è previsto per mercoledì 6 giugno presso la Chiesa dei Santi Marcellino e Festo e vedrà la collaborazione dei maestri Franco Pavan e Pier Luigi Ciapparelli (tiorbe) con gli allievi del Dipartimento di musica antica del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, sotto la direzione musicale dello specialista del 1600 napoletano Antonio Florio. In programma musiche di Luigi Rossi, Musico di tre corti: Napoli, Roma e Parigi.   

Emma Amarilli Ascoli

Foto di Emanuele Ferrigno

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