La Patria della Gioia

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Nel Paese culla dell’Opera lirica, della tradizione musicale consolidata nei Secoli e che ancora oggi rappresenta una delle maggiori ricchezze del Patrimonio culturale italiano e partenopeo, ci lascia entusiasti e piacevolmente sorpresi il  Concerto dell’ Accademia di Musica Popolare di Dina Nurpcisova proveniente dal Kazakistan.
Il 18 giugno Il teatro Cimarosa di Aversa ha ospitato l’orchestra ed il Coro della prestigiosa Accademia della Città kazaka di Atyrau, grazie al coordinamento dell’ Ambasciata Kazaka di Roma insieme al Console del Kazakistan a Napoli e alla Direttrice dell’ Istituto musicale: Glunara Saduakhassova.
Tra il pubblico presenze prestigiose, i rappresentanti dell’ Ambasciata Kazaka a Roma, il Console Onorario del Paese Sergio Moscati, i media kazaki, diversi esponenti  del Comune campano che li ha ospitati nonché  molti artisti e musicisti.
La direzione dell’Orchestra, in costume tradizionale kazako, è stata affidata al Maestro Erjan Kitarov, mentre quella del Coro al Maestro Aibol Aimukatov .
Ricco e variegato il programma, che ha spaziato dalle canzoni della tradizione elegiaca kazaka e turca, alle canzoni popolari di certo folklore asiatico e ci ha regalato anche delle gradevoli sorprese, con l’esecuzione di arrangiamenti  assai fedeli  di due brani della la tradizione italiana e napoletana: “Parlami d’amore Mariù” e “Funiculì, Funiculà”.
L’impatto visivo ed acustico sullo spettatore italiano che assiste per la prima volta ad un concerto di musica e di musicisti Kazaki è forte ed emotivamente coinvolgente.
Tanto per cominciare si rimane abbagliati dai colori vivaci dei costumi tradizionali kazaki e dalla bellezza dei volti delle donne asiatiche sulla scena.
Gli strumenti musicali kazaki hanno fattezze e sonorità peculiari, lontani dai nostri stilemi. Persino il modo di suonarli è molto diverso da quello degli strumenti che vengono utilizzati in un’orchestra sinfonica.
Le musiche tradizionali ci immergono nell’atmosfera delle estesissime Steppe Asiatiche dove corrono liberi  i cavalli ed il popolo nomade le attraversa lungo la “Via della Seta”, solcata da tempo immemorabile da lunghe carovane.
Ma non è soltanto questo la cultura e la musica Kazaka, è anche  passione e amor di Patria. In essa si esprime il coraggio di un popolo, la volontà di essere  forte, come in “Serper”, un inno alla “Patria della Gioia”, oppure come nel lirismo del passero nero “Kara Torgai”, della “ Ragazza portatrice di acqua”.
Non manca l’improvvisazione, che ci stupisce per la bravura tecnica dei suoi giovani e talentuosi esecutori, che con un pizzico di ironia e gioco rendono godibilissimo lo spettacolo e l’ascolto.
Ci colpisce la sintonia artistica tra il Bravissimo Direttore e la sua Orchestra e ancor più l’affiatamento tra il Direttore del Coro ed i suoi allievi, che hanno eseguito la maggior parte dei brani a Cappella.
Il pubblico viene coinvolto e trascinato in un tripudio di sonorità e ritmo, che ci ricorda tanto i suggestivi cori Gospel.
Calorosissimi e prolungati e meritati gli applausi per tutti i protagonisti della serata.
Ancora una volta la musica non conosce confini e “l’Inno alla Gioia”, fonte d’ispirazione di tutti i poeti del mondo, cantato in tutte le lingue è sempre quello di una Grande Patria Universale.

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