Eduardo De Crescenzo: l’artista di sempre

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Essenze jazz è un progetto musicale che Eduardo De Crescenzo sta portando avanti dal 2012, quando dopo un assenza di 8 anni dal palcoscenico, rientrò sulle scene con una rilettura del suo repertorio in chiave jazzistica e rigorosamente con strumenti acustici. Per ottenere il raffinato ed essenziale mood musicale cui l’artista napoletano ambisce con ottimi risultati, si fa accompagnare da una cinquina di ottimi jazzisti, forse il meglio possibile per questa situazione.
I musicisti da soli, giustificano la scelta del pubblico di andare a seguire questo concerto. La formazione, di cui alcuni sono parte del progetto fin dagli inizi, è composta dalla ritmica di Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Marcello di Leonardo alla batteria, da Susanna Krasznai al violoncello e Daniele Scannapieco al sassofono, quindi da Julian Mazzariello al pianoforte che sostituisce egregiamente, il pianista e arrangiatore del progetto musicale Stefano Sabatini, che aveva a suo tempo inserito la canzone amico che voli, nel suo album melodies, suonato con Furio di Castri al basso e Roberto Gatto alla batteria.
Il concerto ha fatto tappa al Teatro Verdi di Salerno Teatro Verdi giovedì 25 ottobre 2018, con una seconda data, prevista in turno teatrale pomeridiano, per la domenica successiva.

La serata è stata una rilettura antologica, di alcuni dei successi artistici del cantante che si esibisce al centro del palco, per la maggior parte del tempo seduto e accompagnato dalla sua immancabile fisarmonica.
Questa rappresenta quasi una coperta di Linus, il suo strumento del cuore, quello su cui ha mosso i primi passi fin da bambino e che completa finemente il sestetto.
Pochi artisti possono dire che musica e vita seguono lo stesso cammino. In questo caso De Crescenzo rappresenta una figura artistica che ha sempre rifiutato l’omologazione, preferendo grandi spazi di silenzio durante la sua carriera. Lui che suona da quando era un piccolissimo bambino (nipote di Vincenzo De Crescenzo, autore ta le tante di luna rossa a sua volta padre dell’altro Eduardo, al secolo Eddy Napoli, artista di fama e cantante partenopeo) è arrivato al grande pubblico dal palco del festival di Sanremo del 1981, con il celeberrimo brano Ancora, un evergreen internazionale, cantato tra gli altri anche da Aznavour.
Un capolavoro, firmato da Franco Migliacci e Claudio Mattone, che all’epoca fu registrata in studio in uno stellare sol maggiore e oggi è stata cantata in teatro in un comodo re, senza per questo perdere nulla del corposo timbro vocale, autentica cifra caratteristica di Eduardo che è sempre stato un interprete notevolissimo. Al suo primo dei cinque festival, schivo ed elegante, si presentò al pubblico, senza vincere ma aggiudicandosi il premio per la migliore interpretazione.

Essenze jazz è la costante ricerca dell’emozione con al centro la voce del protagonista, che oggi non è più tesa all’acuto irraggiungibile, ma che in teatro è dosata, quasi come se ogni gorgheggio, fosse pensato prima di essere emesso. I musicisti, hanno suonato, accompagnando, sottolineando e assecondando, senza intrusioni e ricamando battute di autentica bellezza come solo i veri virtuosi sanno fare. Il jazz è anche virtusismo e all’interno di un concerto di canzoni, dove la poesia dei testi ha notevole importanza, diventa operazione non facile restituire al pubblico, un’esecuzione intimistica ed essenziale e nel contempo unica e irrepetibile, come il contesto richiede e come il pubblico si aspetta. Abbiamo ritrovato l’artista di sempre con l’aggiunta delle blue notes che sono incredibilmente giuste per questa rilettura del suo repertorio.
Tra i tanti più o meno riusciti tentativi, che negli ultimi anni molti artisti hanno fatto per rivisitare i propri successi in chiave jazz, quello di De Crescenzo è ontologicamente strutturato in tal senso. I suoi temi musicali noti, guadagnano in possibilità espressiva e rendono amabile la sua personalità complessa, connotata dalla voglia di essere ottimisti, pur riconoscendosi come emotivamente malinconici e dal sorriso faticoso. Ma l’aria è sempre piena di speranza e la musica continua ad essere aperta alla vita e all’amore.
Dopo l’uscita, a richiesta del pubblico è rientrato sul palco accompagnato dal solo pianista, intonando altri suoi successi. Ha confidato al pubblico, la difficoltà di scegliere i brani tra le ormai 100 canzoni presentate in tanti anni di carriera. E’ stato il momento di pezzi come il piano bar di Susy, l’infinità, camminando, io ce credo. Durante tutto il concerto ha improvvisato su canzoni come c’è il sole, il racconto della sera, dove c’è il mare, quando l’amore se ne va, le mani, naviganti, l’odore del mare, dove, e la musica va, amico che voli, quest’ultima introdotta da un bellissimo preludio per violoncello che per tutto il concerto è stato un formidabile tappeto sonoro sulla quale è stato costruito un meraviglioso castello di note.

Angelo Sirico

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