“Telemann Francese e Telemann Italiano”

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Tra i tanti eventi che hanno acceso le prime luci dell’avvento romano, senza dubbio spicca il concerto che si è tenuto domenica 1 dicembre alle ore 18:30 nella Sala Grande della Chiesa del Gesù: una serata dal titolo “Telemann Francese e Telemann Italiano” offerta dal Contrasto Armonico, gruppo specializzato nell’HIP (Historically Inspired Performance) nell’ambito della XII rassegna concertistica de l’Architasto “il Clavicembalo”

Il Contrasto Armonico in formazione cameristica, composta da Enrique Gòmez-Fernàndez Cabrero al violino, Romeo Ciuffa al traversiere e al flauto dolce, Silvia De Maria alla viola da gamba, Michele Carreca alla tiorba e Marco Vitale al clavicembalo, ha voluto rendere omaggio ad uno dei più grandi compositori del 1700 tedesco, purtroppo ancora oggi poco valorizzato ed eseguito, Georg Philipp Teleman. Formatosi da autodidatta nella città di Lipsia, dove si era recato per studiare giurisprudenza, Telemann ben presto divenne celebre a tal punto da ottenere l’indipendenza economica e con questa l’approvazione della madre che inizialmente aveva avversato l’indole artistica del figlio. Le musiche in programma nel concerto di domenica 1 dicembre sono tutte riconducibili al periodo amburghese del compositore, periodo durante il quale egli si recò in viaggio a Parigi capitale politica e musicale del regno di Francia. Questa notizia biografica apparentemente basterebbe giustificare almeno in parte il titolo della serata – “Telemann Francese e Telemann Italiano” -, ma dietro questa contrapposizione c’è molto di più. Fin dalle sue origini infatti lo stile tedesco si è caratterizzato come una sintesi dello stile francese e di quello italiano e per questo motivo viene definito stile misto; i brani in programma hanno offerto al pubblico la possibilità di scoprire ed apprezzare – tanto da chiedere due bis alla fine del concerto – questa sintesi musicale. In pieno stile francese si è aperta e chiusa la serata con i Quartetti n. 1 e 6 (TWV 43:D3 TWV 43:e4) tratti dalla raccolta di 6 Quartetti pubblicati a Parigi dall’editore e compositore Charles Nicolas Le Clerc nel 1738.

Six Quatours – Parigi 1738

Il Contrasto Armonico, che ha particolarmente a cuore la cura dell’estetica storica, ha rimarcato l’influenza francese – esplicita nel carattere musicale e sottolineata dallo stesso Telemann con la scelta di indicazioni di tempo tipicamente francesi nel numero e nella lingua – con la scelta di affidare alla viola da gamba e non al violoncello la linea grave del quartetto. Sia nella stampa francese che nella copia tedesca infatti l’autore pubblica una duplice parte per violoncello o per viola da gamba rimandando agli esecutori la scelta dello strumento da far dialogare col traversiere e col violino, il tutto sostenuto dal basso continuo. Il risultato è stato davvero interessante per la sua risultante timbrica, dalle sue origini infatti il quartetto si configura come la rappresentazione strumentale di un consort vocale e rimanderebbe quindi ad una stessa famiglia, quella delle voci o degli strumenti ad arco, la realizzazione offertaci in concerto invece presenta quattro diverse famiglie, ricordiamo infatti che il violoncello – per quanto le sue dimensioni ingannino – appartiene alla famiglia delle viole da braccio con le quali condivide il numero di corde (quattro) e l’accordatura (per quinte) diversamente dalla viola da gamba che presenta sei o sette corde accordate per quarte con una terza centrale.

Fantaisies pour le clavessin, 3 Douzaines – Amburgo 173

Nello stile italiano sono state eseguite due Fantasie per cembalo (TWV 33:1 TWV 33:2) tratte dalla Raccolta “Fantaisies pour le clavessin, 3 Douzaines” , il titolo dell’opera non deve ingannare, la scelta lingua  è  motivata esclusivamente dalla dedica a “Madame Pigou, Femme de Monsieur Pigou, conseiller de [la]Grande Chambre du Parlement de Normandie”, non rimanda quindi allo stile francese – sontuoso e puntato – quanto allo stile italiano composto da progressioni, scale, arpeggi e appoggiature che rendono le composizioni leggere e briose. L’esecuzione al cembalo di Marco Vitale avrebbe potuto accentuale ulteriormente questa distanza stilistica che è emersa solo leggermente, schiacciata invece dal peso dello strumento in sala – di area tardo tedesca – e dalla separazione delle due Fantasie nel corso del programma pensate invece – come si legge dalla stampa del tempo – per essere eseguite circolarmente così da concludere non nella tonalità minore della TWV 33:2 ma tornando al tono maggiore della TWV 33:1.

Abbiamo parlato di come la viola da gamba rimandi allo stile francese, a questo punto non possiamo esimerci dal menzionare la flute allemande (il flauto tedesco) ovvero il traversiere, così chiamato perché “i tedeschi furono i primi a stabilire, se non a restaurare, i principi basilari de flauto traverso” – come possiamo leggere nel trattato di Johann Joachim Quantz (1752)seppure furono i francesi a modificarne le caratteristiche tecniche per renderlo in grado di suonare in tutte le tonalità. Per questo motivo Romeo Ciuffa si è distinto quanto per la pregevole esecuzione al traversiere nei Quartetti francesi, tanto al flauto dolce – detto anche flauto svizzero da Praetorius 1620 –  nelle sonate in stile misto che hanno fatto da corollario in questo programma.

Der getreue Music-Meister – Amburgo 1728

Si tratta della Trio Sonata in sol TWV 42:g9, il cui basso continuo è stato realizzato da cembalo, tiorba e viola da gamba, e della Sonata per flauto e violino, senza basso TWV 40:111 tratta dal “Getreue Music-Meister” prima rivista didattico-musicale della storia.
Quest’ultimo è stato volutamente “germanizzato”, nell’originale a stampa  infatti questo Duetto, come numerosi altri della stessa raccolta, presenta una triplice possibilità esecutiva come mostrano le diverse chiavi all’inizio del pentagramma. Se ad Enrique Gòmez-Fernàndez Cabrero non era richiesto di suonare altro strumento se non il violino, Romeo Ciuffa avrebbe potuto invece eseguire il brano tanto al traversiere quanto al flauto dolce come indicato dall’autore, il risultato è stato una pregevole distinzione timbrica fra i brani in programma che ha permesso di far emergere il virtuosismo degli strumenti a fiato e la cura dei fraseggi in armonia con gli strumenti a corde, che ha reso perdonabile qualche piccola sbavatura nei passaggi virtuosistici degli archi.

La stagione concertistica de L’Architasto “Il Clavicembalo” si concluderà il 15 dicembre alle ore 18:30 presso l’Oratorio dell’Arciconfraternita dei Bergamaschi (in via dei Bergamaschi) con il concerto Navidad barocca “Para cantar y bailar” sotto la direzione di Evangelina Mascardi e Giacomo Cellucci.


Emma Amarilli Ascoli

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