Lo scrigno del Bellini di Catania si dischiude in streaming

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Il 29 aprile 2020 dalle 18,30 è di  scena Viva la mamma ossia le convenienze e le inconvenienze teatrali di Gaetano Donizetti, un allestimento del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania con Simone Alaimo mattatore assoluto nel ruolo en travesti di Mamma Agata ….ma non è nella sala del Sada che il pubblico potrà seguire questo divertentissimo spettacolo, diretto da Will Humburg con la regia del compianto Beppe de Tomasi, andato in scena con grande successo nel 2011 , bensì a casa propria da un pc, uno smartphone, un televisore.
L’emergenza Coronavirus, che sta  condizionando  ormai da mesi la vita e la socialità , penalizza fortemente  lo spettacolo dal vivo , che è ridotto al silenzio.
E se è indubbiamente una situazione assai gravosa per tutto il comparto dello spettacolo, con drammatiche ricadute occupazionali, di botteghino, e anche di indotto, per il Teatro Bellini di Catania assume quasi i contorni di un’amara beffa del destino.
L’emergenza sanitaria è esplosa quando ancora non si erano spenti gli applausi dell’opera inaugurale, anzi quando ancora non si era alzato il sipario, che infatti si è aperto sulla Carmen di Bizet il 25 febbraio 2020 – il Nord Italia aveva già chiuso i teatri – inaugurando con successo sia la Stagione Lirica che la nuova governance del teatro , Fabrizio Maria Carminati alla Direzione Artistica (e anche sul podio) e Giovanni Cultrera alla Sovrintendenza . Una inaugurazione sulla quale molto si è puntato e sperato per un rilancio dell’Ente lirico etneo , da anni ormai in affanno a causa di continui tagli al finanziamento regionale , e che ha rischiato la chiusura nello scorso autunno . Risolti momentaneamente i problemi burocratici e di bilancio, incassata la disponibilità della politica regionale al reintegro dei finanziamenti, il Bellini si preparava ad un 2020 più promettente del travagliato 2019, già forte del successo del concerto di Capodanno diretto da Andrea Sanguineti e di un trascinante Gianluigi Gelmetti alla guida delle masse artistiche con la Nona Sinfonia beethoveniana che ha inaugurato la Stagione Sinfonica, nonché di un ottimo risultato della campagna abbonamenti . Folla al botteghino e sold out per tutte le recite di Carmen , che coraggiosamente, o forse temerariamente , sono state portate a termine ; ma dopo, black-out, tutti a casa, lavoratori stagionali licenziati, speranze di ripresa stroncate sul nascere , o almeno rinviate.

Viva la Mamma non è il primo titolo che va in scena in streaming; già dal 19 marzo 2020, per far fronte alla situazione,  e mantenere un contatto sia pur virtuale col pubblico da poco riconquistato,  il Bellini ha aperto  come molti altri teatri i propri archivi, creando Teatro Bellini Story, una raccolta di opere, balletti e concerti trasmessi sul sito teatromassimobellini.it/bellinistory  e sul canale youtube https://www.youtube.com/user/teatrobellinict  ed ha inaugurato  la sua sala virtuale  – richiamando quella che fu l’inaugurazione reale nel 1890 – con Norma di Vincenzo Bellini, e non poteva essere altrimenti .  Lo ha fatto con un allestimento del 2005 , in coproduzione col Teatro Massimo di Palermo e che fu registrata in Dvd prima di partire per la trionfale tournée in Giappone dell’ente lirico etneo nel 2006 . L’ allestimento contava per il ruolo del titolo su Dimitra Theodossiou – a Catania la Norma per antonomasia dell’era moderna , inimitabile per smalto vocale e carattere del personaggio – col Pollione di Carlo Ventre , la Adalgisa di Nidia Palacios mentre Oroveso era Riccardo Zanellato , per la regia di Walter Pagliaro e la direzione di Giuliano Carella, con Tiziana Carlini Maestro del Coro.   A seguire è andata in onda la registrazione audio della Sinfonia n. 5 di Beethoven nell’interpretazione del compianto maestro Elio Boncompagni alla guida dell‘Orchestra del Bellini, in un acclamato concerto del maggio 2019, pochi mesi prima della scomparsa del direttore toscano.
Per i melomani, ancora maggiori rimpianto e nostalgia ha suscitato rivedere e riascoltare il tenore siciliano Marcello Giordani , scomparso prematuramente e improvvisamente nell’ottobre 2019, autentica star del verdiano Un ballo in maschera , spettacolo inaugurale della Stagione 2013 , curato da Luca Verdone e diretto da Josè Cura . Giordani era affiancato dall’intensa Amelia di Dimitra Theodossiou e dall’ottimo Renato di Piero Terranova , senza dimenticare Nicole Piccolomini come Ulrica né la deliziosa Manuela Cucuccio in Oscar, Coro in gran forma istruito da Tiziana Carlini.
Ma lo scrigno del Bellini cela ancora gemme da riscoprire , ed ecco quindi un altro titolo belliniano, poco frequentato, una preziosa Beatrice di Tenda nell’allestimento del 2010 con un eccellente cast vocale, ancora Dimitra Theodossiou nel ruolo del titolo, Josè Maria Lo Monaco in Agnese del Maino, Michele Kalmandi come Filippo, e l‘Orombello di Alejandro Roj , Tiziana Carlini maestro del Coro, e Antonio Pirolli sul podio.  Il nuovo allestimento , riversato in dvd per la Dynamic, era affidato al regista tedesco Henning Brockhaus, due volte Premio Abbiati, e alle coreografie di Emma Scialfa , in un gioco di scuri e grigi in cui risaltano i colori pastello delle ballerine e del coro femminile, e il rosso vivo del costume di Beatrice.
Ancora,  L’italiana in Algeri di Rossini , nella divertente regia di Michele Mirabella  del 2012 e con un irresistibile Simone Alaimo come mattatore in Mustafà , affiancato dagli ottimi Manuela Custer ( Isabella ) Sonia Peruzzo,( Elvira,) Daniele Zanfardino (Lindoro) Loredana Megna (Zulma) Haly (Salvo Todaro) Clemente Antonio Daliotti (Taddeo), diretti da Giuseppe La Malfa.
Lodevole l’iniziativa del Teatro Bellini di riproporre i propri spettacoli, quasi a sfogliare l’album di famiglia in compagnia del proprio pubblico;  la visione di un video non potrà mai sostituire la fruizione di uno spettacolo dal vivo, ma  l’abbonato , l’appassionato ,  anche il critico possono ritrovare capolavori che non sono invecchiati con gli anni, altri che invece lo sono, oppure scoprire uno spettacolo cui si era mancati, o ancora rivalutare ex post un allestimento che aveva mostrato dei punti deboli, ma che poi é stato surclassato da superiori mediocrità – imposte dalle circostanze –  negli anni successivi, quegli anni di galera – dai quali il Bellini stava  per affrancarsi – durante i quali ad onor del vero sono andate anche in scena produzioni di pregio, grazie soprattutto all’ottimo  livello delle proprie masse artistiche e tecniche . Le speranze di riscatto non sono sfumate, anzi proprio in questi giorni dovrebbe andare in porto una faticosa finanziaria regionale che,  pur rimodulata in funzione anti Covid,  non penalizza i teatri.   Per il   Bellini questo significa  finalmente la tanto sospirata copertura triennale 2020/2022 ,  e un reintegro dei finanziamenti per poter completare una Stagione 2020,  che al momento dell’inizio lockdown era solo parzialmente garantita.  Non dovrebbero esserci sorprese nell’aula dell‘Assemblea Regionale Siciliana, grazie  al concorso di tutte le forze politiche  : il Bellini avrà il finanziamento almeno sufficiente a riprendere l’attività . Sui modi e i tempi della ripresa  tutti i teatri navigano a vista  per ovvi motivi –  in un tempo sospeso  in cui,  come ricordava qualche giorno fa  la scrittrice Silvana Grasso su La Sicilia , i nostri giorni “sono declinati  al condizionale” –  pensando ad esempio a capienze ridotte per garantire le distanze di sicurezza, oppure a proseguire in qualche modo l’esperienza di opere in streaming , web tv, canali youtube, ipotesi queste non prive di rischi,  soprattutto dal punto di vista occupazionale .                                                                                       La  governance del Bellini manifesta un cauto ottimismo, o meglio una speranza di riprendere già dall’estate , contando sul basso contagio in Sicilia, sul  clima  e sulla possibilità di utilizzare spazi aperti. Il Direttore Artistico Fabrizio Maria Carminati e il Sovrintendente  Giovanni Cultrera in più di una intervista hanno manifestato il desiderio di riaprire in piena estate con un grande concerto , eseguendo il  Requiem di Mozart in memoria delle vittime della pandemia , e in seguito di recuperare tutti i titoli della stagione sinfonica e lirica con ritmi serrati al rientro possibile in teatro in autunno. A questo proposito rivendicano, unico teatro in Italia, l’attuazione dello smart working per tutti i settori, anche per l’orchestra e per il coro che appunto stanno preparando da casa il repertorio , per essere pronti appena riprenderà l’attività .   In tema di lavoro a distanza vale la pena di segnalare anche  le molteplici proposte che  autonomamente i lavoratori del Bellini , come del resto quelli degli altri teatri,   stanno attuando in questo periodo  con i repertori e gli organici più vari, dall’ensemble degli ottoni a quello di archi, da gruppi del coro a ensemble vocali e strumentali, con brani di Mozart, Bach o anche canzoni classiche.                                                                                                                          
Tutte queste iniziative in attesa di un ritorno ad una  normalità che  il Bellini , il suo pubblico ,  i suoi lavoratori, attendono da anni – non solo dall’inizio della pandemia – e che finalmente dovrebbe – ancora il condizionale – tradursi  innanzitutto in assunzioni, programmazione, produzione, il tanto sospirato  Festival Belliniano ( che quest’anno sembrava in dirittura d’arrivo grazie anche ad un impegno preciso dell’Assessorato al Turismo e SpettacoloUna normalità  che potrebbe anche includere un maggiore utilizzo del digitale , delle nuove tecnologie,  per richiamare ad esempio un pubblico più giovane , ma che va vissuta senz’altro fisicamente in teatro, da chi crea lo spettacolo e da chi vi assiste.

 

 

 

 

 

 

 

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