Dall’altare al salotto, rivelazione di un compositore: Luigi Guida

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Dall’altare al salotto è l’anima a ispirare la musica di Luigi Guida, sacerdote e compositore  del Novecento, sensibile ai mutamenti musicali dei suoi tempi, ma non vittima  in emulazione  di essi.
Il compositore nato a Vico Equense nel 1883 è al centro del concerto  alle 19 nella Chiesa di Santa Caterina da Siena nell’ambito della rassegna “Note Svelate” della Fondazione Pietà de’ Turchini, che avrà per protagonista una discendente dell’autore, il contralto Candida Guida, accompagnata dalla pianista Eufemia Manfredi, con la consulenza musicologica di Paolo Giovanni Maione.
Non stupisce, ma impone riflessioni, che per decenni la notorietà di Luigi Guida sia stata legata a composizioni sacre e liturgiche pubblicate nelle raccolte “Mystica” e nemmeno meraviglia, se non per la troppo ridotta eco di curiosità, che il nome del maestro vicano sia legato a “O Jesu mi dulcissime”, brano interpretato da Luciano Pavarotti.
«Ho sempre immaginato che un compositore napoletano per formazione e ‘cuore’ non avrebbe potuto trascurare altri generi e repertori in un contesto vivido come quello della scuola napoletana di inizio Novecento – afferma Candida Guida – il ritrovamento nel fondo dei Gesuiti di un corpus così fecondo di composizioni destinate alla camera o all’espressione teatrale ha confermato il carattere poliedrico e versatile dell’attività del Maestro».
Neo-modalismo e colore verista si mescolano nel linguaggio di Luigi Guida, che non relega in un angolo l’armonia classica, non nega la tonalità, ma la arricchisce garantendole quel futuro che solo la consapevolezza del passato, palestriniano in questo caso, può garantire.
Si ascolteranno brani in cui il mare della Costiera Sorrentina arriva come ben più di una suggestione in “Nenia lunare”, “Egli è laggiù sul mare”, “Canzonetta marina” e altri in cui sono sentimenti colti in momenti familiari a farsi musica come in “Mamma dove sei tu?” e in “Racconto dell’ orfanella” fino al conclusivo “Vieni!”, dove l’esclamazione è solo forza incrollabile della speranza.

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