Lorenzo Pone: giovane talento tra antiche vestigia

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Stasera, 21 giugno,  il   grande talento napoletano del pianoforte Lorenzo Pone  sarà  protagonista di un recital nel Parco archeologico dei Campi Flegrei, ente che aderisce alla Festa della Musica 2022, iniziativa proposta dal MiC in piazze, strade, musei e luoghi della cultura italiani.
Nel Castello Aragonese di Baia Pone eseguirà musiche di Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert e Chopin, in un concerto organizzato in collaborazione con l’Accademia Musicale Napoletana, fondata nel 1933 da Alfredo Casella e organizzatrice del Concorso Pianistico Internazionale intitolato al compositore; attualmente L’Accademia è diretta dal maestro Massimo Fargnoli, già direttore artistico dell’Orchestra Scarlatti della Rai di Napoli.
Lorenzo Pone non è un napoletano come tanti, legato come è alla città e alla sua cultura, non fosse altro che per il vincolo di sangue che lo lega con suo nonno, lo scrittore Domenico Rea, artefice, tra l’altro, dell’incontro di mia madre, allora giovanissia e ancora fidanzata,  con Eduardo De Filippo, come ha raccontato in una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno a Natascia Festa:
«Ho dei ricordi molto nitidi di mio nonno: io seduto sulle sue ginocchia nella grande casa di Posillipo ad ascoltare Prokofiev – racconta Pone  –  Non capivo molto ma una cosa è certa. Quando fece girare la puntina sul vinile dei concerti per organo di Bach io presi la mia solenne decisione di bambino: qualunque cosa fosse, io da grande avrei fatto esattamente quello. Mi insegnò l’ascolto, mentre l’altro nonno, Armando Pone, mi avviò al piano perché ne aveva uno […] disponevo di una biblioteca piena anche di testi musicali: biografie e saggi critici annotati di suo pugno. Alcuni li ho imparati a memoria a 11 anni. Ero troppo piccolo per godermi il passaggio di artisti ed intellettuali ma il racconto del pranzo con Eduardo la cui eloquenza si sciolse davanti alla pasta al forno bianca e senza carne macinata, merluzzo e babà preparati da mia nonna. Entrati nel vivo della conversazione nonno tuonò contro l’americanizzazione dei costumi in Italia e in Europa. Ed Eduardo: ‘on Mimí, ‘o vvulite capí ca nuje avimm’ perz’ ‘a guerra? ».

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