Libere : Donne contro la mafia nel Trentennale della Strage di Via D’Amelio

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Il 19 Luglio 1992 a Palermo tremò la terra. Fu l’inferno in terra.  Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano, Eddi Cosina, Vincenzo li Muli persero la vita in modo orribile. Per ognuno di loro una madre, una sorella, una fidanzata, una figlia continua a ricordarli con il duro e impegnativo lavoro di attivista. “

A parlare è Cinzia Caminiti Nicotra – attrice, autrice , regista , ricercatrice di musica popolare e molto altro, soprattutto attivista anch’ella , ma sulle tavole del palcoscenico –  che continua :“ La mafia va combattuta con ogni mezzo. Noi lo facciamo mettendo in scena queste dieci storie, raccontandole, portandole nelle scuole, nelle comunità, parlandone e facendone parlare. Raccontiamo per fare memoria, per non dimenticare ma soprattutto per ottenere, in alcuni casi, verità e giustizia ancora lontana ma non impossibile da raggiungere. Il teatro, mezzo valido e potente, così, diventa impegno civile, arma micidiale specie se porto alle nuove generazioni.”

Le dieci storie sono quelle narrate nello spettacolo LIBERE – donne contro la mafia, andato in scena con grande consenso di pubblico e di critica nell’estate del 2021 a Catania – recensito anche da Oltrecultura – e che riapproda a Catania il 19 luglio 2022 alle 20.30 , dopo aver percorso in lungo e largo la Sicilia, in occasione del trentennale della Strage di via D’Amelio, nella quale persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta .

Le dieci storie – narrate da Cinzia Caminiti in scena con Barbara Cracchiolo , Simona Gualtieri (entrambe anche creatrici delle azioni mimiche ) e Sabrina Tellico , con Nicoletta Nicotra aiuto regista e fonica , costumi Ina Costa e service Marco Napoli –  sono di donne che hanno vissuto da vicino la terribile esperienza della violenza mafiosa , e che invece di condannarsi al silenzio , alla rassegnazione , in alcuni casi alla connivenza, hanno deciso di lottare . Sono mamme, figlie, sorelle , mogli di chi è morto per mano mafiosa, che reagiscono con la denuncia, con l’impegno , con la testimonianza , che dal dolore traggono la forza di combattere. Francesca Serio , madre del bracciante e sindacalista Turi Carnevale, Silvana Musanti , moglie del carabiniere Emanuele Basile, Concetta Gravina, cugina di Graziella Campagna, e altre , fino ad arrivare a Felicia Bortolotta Impastato, madre di Peppino, e Piera Aiello , cognata di Rita Atria , la giovanissima collaboratrice di giustizia che proprio con la morte di Paolo Borsellino perde ogni speranza di una vita migliore , togliendosi la vita . Diamo ancora la parola alla regista e autrice del testo :
“LIBERE – donne contro la mafia è uno spettacolo duro come un pugno nello stomaco, scritto e diretto per raccontare storie realmente accadute e rigorosamente tratte dalla cronaca. Una cronaca triste e forte, un segnale da trasmettere nel tempo e nello spazio. La messinscena è frutto di una sensibilità tutta al femminile. Lo è nei ritmi, negli sguardi e negli incontri, lo è nel pianto e nella pena che traspare in ogni punto. Lo è nelle parole del testo, lo è nella regia, semplice e incisiva Ma lo è soprattutto nella speranza di vincerlo questo cancro mostruoso. Quattro donne in nero sin dal loro ingresso tra il pubblico con le loro valige si presentano come straniere venute da lontano, dentro le valige le loro storie, le loro vite, i sogni, le speranze. La poesia del dolore di tutte le madri, di tutte le mogli, le figlie dei morti ammazzati. Ogni racconto di vita è lì dentro. Viene tirato fuori insieme ai vestiti, ai trucchi, agli oggetti personali… Viene portato sempre addosso come un fardello che non smetterà mai d’essere tale… Un viaggio emozionale prima nel dolore, poi nel lutto, ancora nella solitudine e poi nella paura, nella consapevolezza, la ribellione, la lotta, la speranza, infine la libertà. Ecco cosa attraversano queste donne. Ecco cos’è LIBERE: Un percorso. Un cammino. Un approdo. La mafia, riteniamo, non sia un fenomeno solo palermitano,  è un “fatto” mondiale.Il 19 luglio di quest’anno a trent’anni di distanza ci saremo anche noi. Ci saremo con questo spettacolo e con un piccolo seme, quello del risveglio e della speranza.”

Il luogo scelto è anch’esso fortemente simbolico di un riscatto , di un impegno , di una lotta , è il Bastione degli Infetti in Via Torre del Vescovo  : parte della cinta muraria posta a difesa della città etnea costruita per volere di Carlo V all’inizio del XVI secolo – e quasi totalmente distrutta dalla lava nel 1669  prima e dal terremoto del 1693 poi – ne rappresenta la porzione meglio conservata , ma che versava in condizioni di totale degrado . Il recupero e la riqualificazione si devono all’instancabile attività del Comitato popolare Antico Corsorecupero svolto in modo assolutamente volontario e senza finanziamenti, esempio di riqualificazione partita dal basso, che ha restituito alla città un sito storico in precedenza usato come discarica” come ricorda Salvo Castro,  Presidente del Comitato Antico Corso .” Il quartiere Antico Corso, cuore pulsante della città, è stato protagonista di vicende di cronaca, di processi di espulsione sistematiche e di politiche urbanistiche particolarmente aggressive; però il quartiere viene descritto solo come centrale mafiosa. Eppure la sperimentazione sociale è stata ed è consistente ed Il Comitato popolare Antico Corso che opera ormai da 22 anni in questo territorio complesso, rappresenta una di queste forze positive”. Elvira Tomarchio, attivista del Comitato , aggiunge “Proprio in questo luogo, simbolo della nostra volontà di riscatto, verrà rappresentato ” Libere, donne contro la mafia” lavoro teatrale di Cinzia Caminiti Nicotra, scrittrice, regista ed attrice, per ricordare l’impegno di uomini e donne nella lotta alla mafia. “Libere, donne contro la mafia” è un racconto corale effettuato da una prospettiva inedita, quella delle donne mogli, madri, sorelle, fidanzate o amiche di vittime della mafia. Donne, il cui nome nessun giornalista registra o ricorda, perché neanche nei momenti più dolorosi riescono ad emergere dalle zone d’ombra alle quali la società le vuole relegare”.

Lo spettacolo , realizzato in collaborazione con l’Arci ed altre importanti associazioni e significative realtà cittadine,  e  che si avvale del patrocinio del Comune di Catania   , verrà preceduto alle ore 19 da un momento di inontro e riflessione .

 

 

 

 

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