Il Teatro borghese di Pirandello nella scorrevolezza di Luca de Fusco

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«Il Teatro Stabile di Catania è come un ammalato che per guarire deve tornare a se stesso, alla propria identità, ovvero alla letteratura teatrale siciliana e ad una bella, importante, squadra di attori che metta assieme talenti di varia provenienza con la scuderia ancora vitalissima degli attori catanesi».
Così Luca De Fusco esponeva  qualche mese fa la sua  ricetta per il rilancio del Teatro Stabile di Catania presentando  la  Stagione 2022/2023  – la prima firmata da lui in quanto Direttore Artistico, nominato nel dicembre del 2021 – dal significativo titolo di “Cambio di Stagione”.  Fedele a questo assunto è lo spettacolo inaugurale  Così è (se vi pare ) , un grande classico del teatro pirandelliano, andato in scena dal 4 al 13 novembre 2022 , con la regia dello stesso Luca De Fusco e  la presenza carismatica di Eros Pagni nei panni di Lamberto Laudisi …e a giudicare dagli esiti, la ricetta funziona.

Così è (se vi pare) , tratta dalla novella La Signora Frola e il Signor Ponza suo genero , viene rappresentata al Teatro Olympia di Milano nel giugno del 1917, e benché abbia la struttura della commedia viene dallo stesso autore definita “parabola in tre atti”; una parabola sulla verità e sull’impossibilità di conoscerla, invano cercata, affermata e contraddetta nel corso di tre atti che terminano tutti con un silenzio e una risata . La risata è di Lamberto Laudisi, personaggio nuovo rispetto alla novella  , vero e proprio alter ego dell’autore; è lo scettico, ironico spettatore di quello che accade in una cittadina di provincia – di cui il salotto borghese dove si svolge l’azione è un microcosmo – nella quale, come è noto, giungono il signor Ponza con la moglie e la suocera, la signora Frola, superstiti di un terremoto che ha colpito la Marsica (realmente verificatosi nel 1915).
Alcuni comportamenti del singolare trio – non vivono insieme, la moglie/figlia non esce mai di casa  , vedendo la madre  solo dal balcone e comunicando con lei attraverso biglietti calati in un panierino – suscitano la curiosità pettegola e spesso malevola degli abitanti e vicini di casa , con la sola eccezione di Laudisi (“Dico che la vostra curiosità è insoffribile , non foss’altro, perchè è inutile”).
Curiosità che  ingigantisce e diventa spasmodica ricerca, nonchè insopportabile ingerenza nei fatti altrui,   dopo le dichiarazioni della signora Frola e del signor Ponza che appaiono contrastanti tra di loro , l’una di fatto accusando l’altro di pazzia e viceversa.
La moglie del signor Ponza è la figlia della signora Frola, come dice lei,  o la sua seconda moglie, essendo morta la figlia della signora Frola,  come dice lui ? Chi è pazzo dei due?   La vicenda finisce per coinvolgere perfino il prefetto , il quale convoca l’unica persona che può sciogliere l’enigma , la signora Ponza, che giunge velata e pronuncia la celebre frase : Io sono colei che mi si crede  . L’enigma non ha soluzione :  la satira sulla società piccolo borghese, sulle chiacchiere superficiali da salotto  cela un ben più grande problema filosofico , la ricerca della verità , ed è proprio l’apparizione della signora Ponza a svelare questa dimensione .

Potente e riuscita la lettura di  Luca de Fusco per  quella che è la sua sesta regia pirandelliana , e che affronta rifacendosi – come scrive nelle Note di regia – alla teoria della “stanza della tortura” formulata da Giovanni Macchia nel celebre saggio scritto in occasione dell’altrettanto celebre allestimento della commedia diretto da Giorgio De Lullo nel 1974 .  Tutto il teatro di Pirandello , e Così è (se vi pare) ne è l’ esempio più emblematico,  è secondo Macchia  una stanza della tortura in cui i personaggi languono, sequestrati dal mondo e martirizzati da se stessi o dai propri persecutori, in una sorta di incontro/dibattito che diventa un vero e proprio processo. Per questo De Fusco immagina “uno spazio angusto e oppressivo, che potrebbe essere il cortile di un manicomio o un insieme di palchi teatrali “ (scene di Marta Crisolini Malatesta, che firma anche i costumi )  . Spazio angusto,  ma  , con felice intuizione ,  aperto verso il pubblico , che viene  così coinvolto nell’inchiesta ; ecco allora un microfono , davanti  al quale parlano i  personaggi “sotto processo” , che rimanda ad una deposizione in tribunale, o ancora ad un moderno reality show, che a sua volta rimanda alle moderne implicazioni dei cosiddetti social e alla malsana curiosità per i fatti degli altri di platee sempre maggiori , con gogne mediatiche e quant’altro . De Fusco bandisce  caricature e toni grotteschi “prediligendo una chiave interpretativa di ispirazione kafkiana , improntata al mistero”.  Il ritmo è  asciutto e serrato,  come un romanzo giallo che si legga tutto d’un fiato , senza lentezze, senza sbavature, e senza soluzione di continutà tra un atto e l’altro , fino al colpo di scena finale dell’arrivo della signora Ponza , che giunge dalla platea, e parla con voce deformata , lontana, metallica , quasi fosse davvero un fantasma  come provocatoriamente aveva ipotizzato Laudisi . Appropriato l’apporto delle musiche scelte da Gianni Garrera e funzionale il disegno luci di Gigi Saccomandi per uno spettacolo moderno , come moderna e spregiuducata fu la commedia al suo esordio , più di un secolo fa (“di un’originalità che grida” , le parole dello stesso autore ), e come moderna è la recitazione del  grande vecchio Eros Pagni, un Laudisi dalla voce unica e inconfondibile,  per il quale ogni aggettivo appare inadeguato, ironico ma umanissimo, razionale ma empatico , paradigmaticamente pirandelliano . Al confronto non sfigurano  Anita Bartolucci,  che fu l’odiosa signora Sirelli con De Lullo del 1974 , qui grandiosa signora Frola nella sua dolente compostezza, e il  bravo Giacinto Palmarini , il signor Ponza . Accanto a loro una pattuglia di validi comprimari quasi tutti siciliani, a far intravedere i contorni di quella grande compagnia stabile che è nei progetti del direttore artistico : Paolo Serra (il consigliere Agazzi) Lara Sansone (la Signora Amalia) Giovanna Mangiù (Dina) Valeria Contadino (la Signora Sirelli)  Domenico Bravo (il Signor Sirelli) Roberto Burgio (il Signor Prefetto) Plinio Milazzo (Centuri/Cameriere) Irene Tetto (Signora Cini /Signora Ponza ).
Lo spettacolo, in coproduzione tra il Teatro Stabile di Catania, il Teatro Biondo di Palermo, la compagnia La Pirandelliana , il Teatro Sannazaro di Napoli ,  ha debuttato a Catania dopo il successo dell’anteprima a Villa Campolieto ad Ercolano per il  Festival delle Ville Vesuviane nel settembre del 2022, e sarà a Palermo dal 18 al 27 novembre e a Napoli nel febbraio 2023.

Teatro pieno e pieno successo a Catania ; nello  spettacolo del 9 novembre, cui la presente cronaca si riferisce, grande consenso di un pubblico il più vario per età e provenienza sociale, anche da parte di un  gruppo di adolescenti festanti e rumorosi – presumibilmente una o più classi scolastiche –  ma  ben venga la presenza giovanile : Così è (se vi piace).

 

 

 

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