Tosca canta la Napoli di Roberto Murolo

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«Napoli non la puoi raccontare ma ti rimane nel cuore, sempre!».
È Tosca, cantante raffinata ed eclettica, a parlarci dell’intreccio inestricabile che caratterizza il suo rapporto umano e musicale con la città.

Il suo ritorno a Napoli avviene in un luogo simbolo della musica classica napoletana, il teatro Trianon-Viviani, diretto da Marisa Laurito, che continua a proporre una  sua stagione fitta di appuntamenti all’insegna della tradizione ma anche di piacevoli sperimentazioni.
Questa volta Tosca rende omaggio al maestro Roberto Murolo, a vent’anni dalla sua scomparsa, e lo fa attraverso un percorso musicale che evoca i suoni e le parole del maestro, sottolineando la cifra stilistica che ne faceva un “crooner” napoletano.
Eleganza e semplicità caratterizzavano le interpretazioni di Roberto Murolo che, in un gioco di sottrazione, restituiva l’essenza della canzone classica napoletana.
Lo stesso percorso di un’artista come Tosca che, nel recital “Sto core mio”, interpreta l’anima vibrante della Napoli che ama anche se, poi, si scusa per la pronuncia imperfetta.
Ma il senso di gratitudine, con cui si esibisce perdona anche le impercettibili imperfezioni; soprattutto quando, in un duetto virtuale con Murolo, canta “Sto core mio” scritto da Orlando Di Lasso a metà del ‘500.

La potenza espressiva di Tosca lascia completamente rapiti perché la sua professionalità tecnica si coniuga costantemente con una passione vera che è sottesa in tutto quello che fa.
Ma Tosca non è sola su quel palco che fa vibrare le note di un ensemble di musicisti, veri compagni di viaggio.
Prima fra tutti, Giovanna Famulari che, tra voce, pianoforte e violoncello, imprime ritmo narrativo a uno spettacolo la cui regia è affidata a Massimo Venturiello. Ma anche Emanuele e Valdimiro Busi al mandolino e mandola; la giovane e talentuosa Alessia Salvucci alle percussioni; Massimo De Lorenzi alla chitarra; Ermanno Dodaro al contrabbasso.

Gli artisti la accompagnano in un viaggio musicale che regala piacevoli sorprese. Uno alla volta, infatti, salgono sul palco La Nina, Gnut e Peppe Barra che duetta con Tosca nel brano “Se ce stessa na’ parola” oltre alla vulcanica Marisa Laurito, protagonista di una divertente “M’aggia cura’”.
La “Marzo” di Di Giacomo conferma la capacità interpretativa dell’artista romana che incanta il pubblico quando passa con innata bravura dal napoletano al francese.
Ma anche madrigali e villanelle fanno esplodere il suo animo partenopeo ne “Il canto delle lavandaie del Vomero” fino al brano “Cantava”, inedito scritto da Enzo Gragnaniello.
E qui Tosca svela lo speciale rapporto del cantautore partenopeo con Roberto Murolo che lo volle vicino negli ultimi momenti di vita perché suonasse la chitarra accompagnandolo dolcemente verso l’ultimo viaggio.

Il “Notturno napoletano” si chiude con l’irresistibile “Dove sta Zazà” che vede tutti gli artisti indossare la mascherina del calciatore Osimhen che scatena l’entusiasmo del pubblico.
Un segno di augurio per la città che al di là del calcio ha bisogno, però, di recuperare il suo ruolo di capitale culturale in omaggio alla sua centenaria tradizione.

Prossimo appuntamento al teatro Trianon il 15 aprile ore 21.00 lo spettacolo “Neapolis mantra” con Enzo Gragnaniello, un viaggio unico tra danza e musica.

Franco Milone

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