Al Teatro San Carlo il balletto Don Chisciotte

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In scena al Teatro di San Carlo di Napoli dal 14 al 16 novembre 2023 il balletto Don Chisciotte nella versione coreografata da Rudolf Nureev, ripresa da Clotilde Vayer (direttrice del Balletto del San Carlo) e Charles Jude (Fondation Nureyev) nell’allestimento della Royal Swedish Opera, scene e costumi sono di Nadine Baylis, firma le Luci John B Read.
Nureev conosceva molto bene la coreografia basata sul repertorio di Marius Petipa e Alexandre Gorski poiché l’aveva interpretata brillantemente a soli ventun anni ricoprendo il ruolo di Basilio nel 1959 assieme al Kirov Ballet di Leningrado;  Alexandre Gorski aveva ridotto la coreografia a tre atti, sull’originale musica di Ludwig Minkus.
Rudolf Nureev ha creato la sua versione del Don Chisciotte nel 1966 con il Balletto dell’Opera di Stato di Vienna, versione riveduta con l’Australian Ballet nel 1970 e il Balletto di Marsiglia ne 1971 sino alla versione per l’Australian Ballet del 1972, quest’ultima è la versione poi da lui cristallizzata.
Nureev rielabora il libretto ispirato al romanzo di Cervantes (solo alcune avventure) in tre atti e si ispira alle coreografie di Petipa inserendovi virtuosismi, soprattutto per i ruoli maschili ed effettua aggiunte musicali più tarde, musica arrangiata e orchestrata da John Lanchbery per conferire al balletto un carattere brioso e ritmato.
Di
viso in tre atti, il balletto è preceduto da un prologo, dove eccelle la pantomima, si narra la “pazzia” di Don Chisciotte appassionato lettore di romanzi cavallereschi, che divora al punto da non saper più distinguere la realtà dalla finzione, al punto di trasformarsi in cavaliere errante: recupera la scalcinata armatura dei suoi avi, assume l’altisonante nome di don Chisciotte della Mancia, ribattezza il suo miserabile cavallo Ronzinante e inizia la sua vita di cavaliere con l’aiuto di Sancho Panza e compare l’ombra della “dama” da servire la principessa Dulcinea del Toboso.
Ad interpretare Don Chisciotte, nella pruduzione sancarliana, è Giuseppe Ciccarelli che non restituisce  pienamente il personaggio limite vagheggiante e furioso, ne fa un uomo troppo corporeo senza eccessi emotivi aiutato da un comico in alcuni attimi eccessivo Danilo Leo nel ruolo di Sancho Panza.
«Come diceva Nureev – racconta Charles Jude – Don Chisciotte è una specie di opèra-comique. Il balletto racconta solo una parte della storia originale raccontata da Cervantes: il matrimonio di Basilio a Barcellona. Petipa aveva preso questa parte più comica e il ruolo di Basilio era certamente più semplice e non difficile tecnicamente. Nureev ha aggiunto nella parte di Basilio due variazioni difficili e una per presentare il personaggio, nelle quali ha voluto riassumere e mostrare tutte le possibilità e le difficoltà tecniche della danza classica. Quando si danza la prima variazione di Basilio, è come aver danzato tutte le espressioni del linguaggio classico. Questo era Nureev».
La scena si sposta nella piazza, dove Kitri è innamorata del povero barbiere Basilio, ma è stata promessa sposa dal padre Lorenzo al ricco Gamasche. Una piazza in cui si fa festa e grazie all’arrivo di Mercedes e sei toreri guidati da Espada possono continuare indisturbati a relazionarsi Kitri e Basilio. Arriva Don Chisciotte che con la sua figura e i suoi comportamenti interrompe la scena crede di riconoscere in Kitri la sua Dulcinea. Tra balli e lazzi Gamasche decide di far arrestare il giovane Basilio ma questi insieme con  Kitri riesce a fuggire.
Il b
alletto si basa su una trama assai leggera che  è  pretesto per un susseguirsi di virtuosismi, nel primo atto farciti di lessico spagnoleggiante.
Scrive Alexander Bland: «Questa versione mostra ancora più chiaramente il modo in cui Nureyev ha gestito i grandi movimenti sul palcoscenico: i numeri spagnoli vorticano intorno all’enorme piazza del villaggio e formano un’ingegnosa diversità di configurazione volta a dimostrare i passi caratteristici della Spagna
In questo atto emerge restituendo la forza e la leggerezza al tempo stesso Espada interpretato da Daniele Di Donato, mentre Mercedes interpretata da Chiara Amazio mostra qualche incertezza nell’esecuzione; il Corpo di Ballo del San Carlo mostra sincronia e esattezza nell’esecuzione dei movimenti, anche se traspare molto l’esigenza della perfezione del movimento piuttosto che il carattere e il brio proprio della coreografia. I solisti di questo atto le due amiche Martina Affaticato e Irene De Rosa (interpreti della versione del 16 novembre) non hanno restituito in modo fedele e sincrono le parti loro assegnate.
I due interpreti principali Kitri interpretata da Luisa Ieluzzi (16 novembre) e Basilio da Alessandro Staiano (16 novembre) sono apparsi pienamente nella parte soprattutto nelle danze impregnate di carattere spagnoleggiante, nei diversi passi a due vi sono state delle incertezze nell’esecuzione, e il susseguirsi delle variazioni ha posto in evidenza momenti di apprezzata tecnica a qualche incertezza.
La liricità dei movimenti di Luisa Ieluzzi e di Alessandro Staiano appaiono pienamente nel romanticissimo passo a due al chiaro di luna in apertura del secondo atto.
Il secondo atto è una miscellanea tra onirico romantico, carattere arabeggiante con la comparsa dei gitani, il teatro nel teatro ma anche omaggio a Petruska, il travestimento di Kitri e Basilio per sfuggire a Lorenzo e Gamasche, Don Chisciotte e il suo combattimento contro i mulini a vento. La follia che conduce al sogno, all’atto “bianco” dove vi è l’incontro con le Driadi e Cupido.
Emerge la dionisiaca danza del Gitano interpretato da Emanuele Torre, a cui si contrappone l’eterea ma frizzante danza della regina delle Driadi interpretata da Martina Affaticato (16 novembre) accompagnata da un Cupido  di Candida Sorrentino non troppo agile nell’esecuzione della variazione. Le driadi non sono state pienamente accurate nell’esecuzione dei propri movimenti.
Il terzo atto è la celebrazione dell’amore trionfante sopra le regole sociali in un tripudio generale e in un susseguirsi di virtuosismi.
L’orchestra del Teatro di San Carlo è stata diretta dal maestro Martin Yates.

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