Nel 1775 Wolfgang Amadeus Mozart ricevette l’incarico dal Principe arcivescovo Hyeronymus Colloredo di musicare un dramma pastorale per celebrare la visita alla corte arcivescovile dell’Arciduca Massimiliano, figlio dell’imperatrice Maria Teresa. Nasce così il Re Pastore, opera in due atti, che fonde lo stile metastasiano con la spontaneità melodica di un compositore già maturo.
In occasione del 250° anniversario dalla sua prima rappresentazione il 23 aprile 1775 a Salisburgo, con il titolo di “Serenata” , il Teatro dell’Opera di Roma riporta in scena questo gioiello musicale in una nuova produzione firmata da Cecilia Ligorio.
L’azione è immersa in un ambiente visivo astratto e sospeso, dove il conflitto tra natura e potere viene espresso con spazi vuoti e gesti misurati, che ben mettono in luce il conflitto tra amore e ragion di stato.
Le scenografie essenziali di Gregorio Zurla e i costumi di Vera Pierantoni Giua e le luci di Fabio Barettin rafforzano questa scelta stilistica, e con elementi visivi rendono la narrazione accessibile e coinvolgente per il pubblico.
Sul podio il maestro Manlio Benzi guida con precisione e controllo l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, valorizzando la freschezza e la delicatezza della musica mozartiana che vive di dettagli e colori.
Nel ruolo di Aminta brilla per qualità interpretativa il soprano Miriam Albano, che offre una lettura elegante del personaggio, in particolare impeccabile nell’aria “L’amerò, sarò costante”, un momento di vera emozione.
Francesca Pia Vitale nei panni della ninfa Elisa, mostra potenzialità vocali interessanti, grazia e cristallina precisione, bene l’intensa Benedetta Torre nel ruolo di Tamiri.
Il sovrano illuminato Alessandro, che distribuisce in misura equa troni e sentimenti, poteri e valori morali, di Juan Francisco Gatell è vocalmente e scenicamente sicuro.
L’ Agenone di Krystian Adam fedele obbediente scudiero di Alessandro che esprime la sua amarezza e il suo sconforto nell’aria “Sol può dir come si trova” l’unica aria in tonalità minore di sconvolgente bellezza espressiva.
Quest’esperimento mozartiano in scena al Teatro Nazionale è elegante e risulta vincente, offrendo al pubblico un’esperienza musicale e teatrale di rara raffinatezza. Calorosi applausi.
Gabriella Spagnuolo