Ha debuttato in prima nazionale, sabato 5 luglio al Teatro Mercadante di Napoli, nell’ambito del Campania Teatro Festival, «Scottature», un melologo intenso e raffinato tratto dall’omonimo racconto breve di Dolores Prato, grande e misconosciuta voce della letteratura del Novecento.
Lo spettacolo è ideato e diretto da Michela Cescon, con la voce narrante di Anna Foglietta e l’accompagnamento musicale dal vivo della percussionista Alessia Salvucci.
“Scottature” è un’operazione teatrale di rara finezza, una trasposizione a voce alta che si fa omaggio vivo e pulsante a una scrittrice fuori dal tempo e dalle mode. Michela Cescon racconta così la genesi del progetto: «È da tempo che con Anna Foglietta condividiamo la passione per Dolores Prato. Il suo racconto è un oggetto anomalo, perfetto per essere letto ad alta voce: un ritmo musicale di pensiero e parole, una danza armoniosa fatta di simboli e immagini potenti».
Il testo da cui nasce il melologo è l’unico completato e pubblicato da Dolores Prato in vita, a proprie spese, dopo che nessun editore volle prenderlo in carico, nonostante i riconoscimenti letterari ricevuti. Cescon lo definisce “un gioiello” limato fino all’osso, essenziale e straordinariamente evocativo, capace di restituire tutto il tormento e la delicatezza dell’animo della scrittrice.
La storia narra il momento decisivo dell’uscita nel mondo di una ragazza cresciuta in convento. Intorno a lei, un coro di aspettative: dovrebbe temere Dio, essere prudente, trovare un marito o farsi suora. Ma la protagonista disattende tutto: sceglie invece di compiere un viaggio dentro sé stessa, affrontando ustioni e ferite, in un lento ma inesorabile processo di emancipazione. Una rivoluzione silenziosa che segna il passaggio all’età adulta e l’inizio di una lunga solitudine esistenziale.
Il melologo si propone come un’opera ibrida tra letteratura e musica: la voce di Anna Foglietta, intensa e musicale, diventa parte di una partitura viva, accompagnata dalle percussioni di Alessia Salvucci, in un delicato equilibrio tra forza e dolcezza, ironia e rigore.
«Sarà un nostro inno alla vita e alla poesia», conclude Cescon, «contro l’aridità, contro l’ipocrisia, contro il nulla».
Con questo lavoro, Michela Cescon firma un nuovo atto di giustizia poetica: portare alla luce, attraverso il teatro, una scrittrice che ha scritto in solitudine, rifiutata dal sistema editoriale, ma con una voce così potente da meritare, oggi più che mai, di essere ascoltata.
Franco Milone