Broadway e le prime forme di spettacolo: I Minstrels Show ed il blackface

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New York e pertanto gli Stati Uniti, non avevano una significativa presenza di teatri, almeno fino a circa il 1750, quando due attori e impresari teatrali, Walter Murray e Thomas Kean, fondarono una compagnia teatrale stabile al Teatro di Nassau Street (capace di contenere circa 280 spettatori) mettendo in scena opere di Shakespeare e ballad-opera come L’opera del mendicante.
Nel 1752, William Hallam, grandissimo capocomico e manager inglese, inviò una compagnia di dodici attori dall’Inghilterra con suo fratello Lewis, in qualità di direttore. Fondarono un teatro a Williamsburg che inaugurarono con il Mercante di Venezia e The Anatomist. Successivamente la compagnia si trasferì a New York e nell’estate del 1753 rappresentò ballad-opera e farse, come Damon and Phillida.
La guerra d’indipendenza americana sospese l’ attività teatrale a New York, che riprese successivamente, tanto che nel 1798 venne costruito il Park Theater da 2.000 posti, in Chatham Street (oggi Park Row). Il Bowery Theter aprì nel 1826 e a seguire diversi altri teatri. Una notevole importanza nello sviluppo degli spettacolo di Broadway l’ebbero i Blackface Minstrel Show una caratteristica forma di spettacolo statunitense, divenuta popolare intorno agli anni ’30 del XIX secolo, specialmente con l’arrivo dei Virginia Minstrels. I minstrel show erano una forma di spettacolo statunitense che consisteva in una miscela di sketch comici, varietà, danze e musica, interpretati da attori bianchi con la faccia dipinta di nero, cioè in Blackface o (specialmente dopo la guerra civile americana) da Afroamericani sempre con la faccia dipinta di nero.
I Minstrel show rappresentavano i neri in maniera offensiva, erano descritti come ignoranti, pigri e superstiziosi e veniva accentuato in maniera caricaturale il loro amore per la musica.
Il Minstrel Show è considerato la prima forma teatrale originale statunitense, e fra il 1830 e il 1840 ebbe un ruolo fondamentale anche nella nascita dell’industria discografica americana. Per lungo tempo è stato una finestra del  “come” la popolazione statunitense bianca vedeva la popolazione nera.  Nonostante i suoi forti connotati razzisti, il Blackface ha stimolato l’interesse dei bianchi nei confronti della cultura e delle tradizioni afroamericane.
Il Blackface in fondo è uno stile di make-up teatrale che consiste nel truccarsi in modo marcatamente non realistico, per assumere le sembianze stilizzate di una persona di pelle nera. Prese piede nel corso del XIX secolo negli Stati Uniti dove fu utilizzato per evidenziare gli aspetti di alcuni archetipi del razzismo americano, quello del cosiddetto “happy-go-lucky dark delle piantagioni” oppure del “dandismo coon”.
Il Blackface importante tradizione recitativa del Teatro americano per circa un secolo, a partire dal 1830,  divenne presto popolare anche in Europa, particolarmente in Gran Bretagna.
Gli attori bianchi, per recitare in Blackface, usavano annerirsi la pelle con sughero bruciato e successivamente cerone nero o lucido per scarpe, esageravano con il trucco le dimensioni delle labbra, portando spesso parrucche di lana, guanti, frac, oppure abiti da straccioni per completare la trasformazione. Gli stereotipi personificati nei ruoli standard dei Balckface e dei Minstrel show giocarono un ruolo significativo nel radicarsi di immagini e atteggiamenti razzisti. Verso la metà del XX secolo, il cambiamento di atteggiamento verso il razzismo fece declinare, fino alla scomparsa, l’uso del trucco nero al viso, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. 

 

Oggi è più comunemente usato come strumento di satira. Forse l’effetto più duraturo del Blackface fu quello di aver presentato indizi della cultura afroamericana ad una platea internazionale, sebbene attraverso una lente distorta. 

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