La signorina Papillon al Festival Teatro XS

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Foto  Maurizio Mansi

In un giardino pieno di rose e farfalle da catturare per metterle sotto vetro, con il suo diario sempre aggiornato vive la signorina Rose Papillon, leziosa creatura dal carattere schivo, permeata di innocenza e candore che preferisce l’isolamento alla confusione del suo tempo, lontana dalla città e dalle sue tentazioni. Ma in quale luogo siamo, in che epoca precisamente? Costumi e linguaggio, oltre che la trama, suggeriscono una Parigi di fine ottocento ma la penna salace di Stefano Benni sembra sottendere un mondo metaforico, dai contorni sfumati, onirici, in cui non tutto è esplicito, in cui la realtà assume toni contemporanei. Sin dall’inizio del “raccontosceneggiatura” pensato dall’autore bolognese, nella messa in scena curata da Orazio Picella emerge lo stile surreale: i tre personaggi comprimari della protagonista sono dapprima immobili poi escono mentre Rose dorme.
Nello snodarsi della vicenda scopriamo che Armand visconte militare massone, Marie Louise, cugina vanesia ed arrivista, Millet poeta mondano dongiovanni, frequentano il roseto-bozzolo, fingendo ipocritamente amore e amicizia, e che intendono condurla proprio nella grande città, cinica e spregiudicata, piena di vita e di brio. Ma ciò che appare non è esattamente così: la verità è che ognuno di loro, avidamente, sta meditando l’omicidio della ragazza, mirando ai suoi beni.
Al contempo pure la sognante Rose, stuzzicata dai richiami della mondana Parigi, non sembra essere la personificazione dell’ingenuità, pronta come gli altri “amici” all’inganno e al delitto. Di più non sveliamo poiché il testo dissacrante, ricco di battute, toni grotteschi, qualche non sense, riserva molte sorprese ed un finale aperto.
La commedia ha un taglio veloce e sotto la superficiale leggerezza nasconde l’intelligente satira e denuncia verso una società che (ieri, oggi, sempre?) ha per valore il denaro, l’arrivismo, la cultura asservita al potere, il cinismo. L’alternativa sembra essere il giardino da coltivare del nostro spirito, non sfiorato dalla corruzione (della realtà?) dove “i sogni devono rimanere segreti fermi alla soglia delle frasi”. La compagnia
Ellemmeti Libera Manifattura Teatrale di Napoli ha presentato La signorina Papillon al secondo appuntamento del Festival di Teatro XS domenica febbraio 2024, e i suoi quattro protagonisti Jenny Brascio (Marie Louise), Dino d’Alessandro (Millet), Orazio Picella (Armand) e Simona Pisani nelle vesti bianche di Rose, caratterizzano i loro personaggi in costume (ma scostumati come suggerisce il sottotitolo) con una recitazione spesso farsesca e mantengono quasi sempre il ritmo, anche nei momenti introspettivi, che la scrittura brillante e cerebrale di Benni impone. La regia è di Orazio Picella. Luci e suoni di Andrea Picella.
Buona la risposta del pubblico salernitano.

Dadadago

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