A Enrico Baiano il Premio Abbiati categoria “Solisti” (Corriere Del Mezzogiorno)

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«È stata una meravigliosa sorpresa! Sono lusingato da questo riconoscimento conferitomi dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali  e, come lei ha detto introducendo, farò in modo di meritarlo ex post».
Definirlo virtuoso del clavicembalo e delle tastiere antiche sarebbe riduttivo, perché Enrico Baiano, fresco di Premio Abbiati nella categoria solisti, è un intellettuale della Musica, che sa proporla con la poesia di una scienza acquisita con impegno totale lungo i decenni.
Baiano è  un figlio della Napoli borghese migliore, quella dell’impegno e della dedizione che non imbocca scorciatoie, quella di chi è consapevole di avere goduto di qualche vantaggio, ma che quel privilegio tratta come un prestito da restituire in termini di disponibilità.
Conoscendo la sua proverbiale, sconcertante modestia, non ci sorprenderemmo nel sentirlo affermare di non meritare il riconoscimento, se qualcosa lo trattiene, sono il rispetto di chi lo stima e la estrema cortesia che sono propri di Enrico Baiano uomo.
Diplomato in Pianoforte e composizione a San Pietro a Majella, si è specializzato in clavicembalo clavicordo e fortepiano al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con Emilia Fadini.
La sua attività concertistica si svolge da molti anni su livelli di eccellenza e le sue incisioni di autori, molti quali di Scuola Napoletana, hanno riscosso riconoscimenti in tutto il mondo; non c’è studioso o appassionato di musica antica che non custodisca con orgoglio i CD di Domenico Scarlatti, Frescobaldi, Paradisi, Vivaldi,  Froberger,  Cabezón realizzati da Baiano e numerose sono state le collaborazioni cameristiche con altri straordinari solisti ed ensemble storicamente informati.
«Sarebbe proprio ora di dedicare al più importante compositore di musica per tastiera di tutto il mondo, almeno una piccola strada nella città che gli ha dato i natali nel 1685 – conclude Baiano – Chissà, forse è troppo  presto perché se ne abbia consapevolezza  o troppo tardi perché muova consenso».
Ma se è Domenico Scarlatti il compositore cui  Baiano si è dedicato maggiormente, anche curandone una monografia a quattro mani con Marco Moiraghi, non sono stati trascurati anche autori europei, i  maestri del Seicento Napoletano  e naturalmente i giganti come  Bach, Händel, Haydn, Mozart e  Muzio Clementi.
«La mia attenzione verso i compositori di Scuola Napoletana non deriva da sentimento campanilistico, ma da considerazioni musicologiche e artistiche sulla grande qualità e originalità di quegli autori – puntualizza Enrico Baiano – essi hanno raccolto gli insegnamenti della grande scuola fiamminga e spagnola e, combinandoli con le peculiarità dell’anima napoletana barocca, hanno elaborato un linguaggio nuovo e sorprendente, che è stato fonte di ispirazione per autori come Frescobaldi, Rossi e tanti altri».

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