That was Napoli, That’s now, That will be: San Potito senza tempo

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La Chiesa barocca di San Potito, sita in via Tommasi a Napoli, riaperta al pubblico dopo 37 anni,propone, nel pieno delle festività natalizie, quattro concerti curati dall’Accademia “Giuseppe Sigismondo”, incentrata nell’alta formazione di giovani musicisti sul repertorio del Settecento napoletano che al tempo veniva eseguito dai maestri e allievi dei 4 antichi Conservatori, presumibilmente in questa stessa location, tra le bellezze figurative di Luca Giordano, Andrea Vaccaro e Pacecco De Rosa che.Giuseppe Sigismondo, primo bibliotecario del nascente Conservatorio San Pietro a Majella, musicista nonché storico dell’arte, ci dà testimonianza di questa chiesa dedicata al martire del II secolo ed è per questo che a lui è stata intitolata l’Accademia, voluta dal maestro Carlo Morelli presidente dall’Associazione ”Ad Alta Voce”, e diretta da Dario Ascoli. Al giornalista, critico musicale, già virtuoso chitarrista si deve la revisione delle partiture e la preparazione del “Concentus Sigismondo” che ha nel soprano Maria Grazia Schiavo, una madrina d’eccellenza.
“Nascita del Verbo – Nascita di una Scuola” è il titolo del concerto che dal 29 dicembre 2017 al 4 gennaio 2018 accompagnerà le celebrazioni del Natale e l’inizio del nuovo anno con musiche dei due più grandi Maestri, a vario titolo, riconosciuti come i fondatori delle scuole del Settecento Napoletano: Alessandro Scarlatti e Francesco Durante.
“Il fundraising, come il meritorio Meridonare, che ha permesso a San Potito di riaprire le porte alla città, è in realtà uno dei tanti primati della città di Napoli, essendo stato alla base della vita dei suoi 4 Conservatori fin dal 1500 e perciò lo spirito dell’Accademia Sigismondo possiede, per così dire, una sua ragion d’essere anche filologica e l’imprimatur di un’artista straordinaria come il soprano Maria Grazia Schiavo inorgoglisce noi tutti” racconta il maestro Dario Ascoli.
Di Alessandro Scarlatti, compositore molto noto e padre del forse più celebre Domenico, autore di un catalogo vocale pressoché sterminato e di una discreta produzione strumentale tutta da esplorare, che per la qualità della scrittura ha poco da invidiare a quella dei migliori musicisti del tempo, abbiamo ascoltato il “Concerto grosso n.3 in Fa maggiore”, (Allegro – Largo – Allegro ma non troppo – Adagio – Allegro) dal piglio luminoso databile intorno al 1715 e composto per la corte di Napoli.
Violino e violoncello di concertino dialogano con il concerto grosso in una pagina dal carattere sontuoso e fittamente contrappuntata. A seguire la splendida Cantata pastorale “O di Betlemme altera povertà” per soprano, archi e continuo, di qualche anno precedente, essendo collocabile nel periodo del mecenatismo del cardinale Ottoboni, intonato da una promettente Francesca Pia Vitale, che sfoggia una vocalità ben timbrata. La Cantata si articola in 7 momenti musicali dei quali la Sinfonia e la Pastorale conclusiva ne rappresentano al meglio il clima festoso e popolare della Natività. La “Toccata n.8 in re minore” è un esempio di scrittura cembalistica nettamente più contrappuntistica di quella che adotterà l’immenso Domenico, ma significativa dell’evoluzione del linguaggio per tastiera della Scuola Napoletana, eseguita brillantemente da Angela Picco. La dolcissima “Ninna nanna al Bambino Giesù” (l’ortografia tradisce la napoletanità del trascrittore del tempo), cantata dal mezzosoprano Mariapaola Meo, è in realtà opera seicentesca di Orazio Michi, detto dell’Arpa, virtuoso dello strumento a pizzico nato ad Alife (BN) e attivo a Roma, ma l’eco del suo successo è testimoniato da numerose versioni settecentesche assai in voga durante il servizio di Scarlatti alla Cappella Vicereale.
Di Francesco Durante, altro gigante del Settecento Napoletano che esercitò il proprio magistero in forma diretta nelle aule di Sant’Onofrio a Capuana, Santa Maria di Loreto, I Poveri di Gesù Cristo e La Pietà de’ Turchini, il concerto ha proposto la severa virtuosistica, Toccata-Sonata in do minore conducendo il pubblico verso il Beatus Vir per soprano, alto, tenore, archi e continuo e l’Ave Maria per soprano, alto, archi e continuo dal “Vespro breve a 4 voci con violini in do minore” del 1733.! L’Ave Maria, si presenta come un’antiparodia di un duetto per Soprano e Alto, che il Durante compose a partire, si legge negli archivi, da un tema sacro di Alessandro Scarlatti. La struttura musicale con le simmetrie e i recitativi interni permette alla preghiera mariana di mettere in risalto il sublime contrappunto armonico durantiano.
Con ogni probabilità questo Vespro venne eseguito dalle “paranze” di archi con i fanciulli allievi nelle chiese cittadine allo scopo di finanziare il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo caduto in disgrazia per varie e tragiche vicende, il brano ebbe il privilegio di essere condotto dal primo violino Giovanni Battista Draghi, dalla Pergola di Jesi: il divino Pergolesi, a quel tempo allievo di Durante e dal quale derivò molti tratti stilistici. Non poteva mancare del “durantiano” Sant’Alfonso Maria de’ Liguori la celeberrima “Quanno nascette Ninno”, il più eseguito canto natalizio e frutto forse postumo della bottega di Francesco Durante cantata prima da Mariapaola Meo e a conclusione dall’intero Concetus Vocale e Strumentale.
Vogliamo ricordare che la quasi totalità delle pagine eseguite sono giunte a noi grazie all’opera infaticabile di Giuseppe Sigismondo (Napoli, 1738 – Napoli, 1826), che ricopiò e mise in partitura i manoscritti custoditi dagli archivi dei 4 antichi Conservatori, facendo convergere le copie in quella che sarebbe diventata la più grande Biblioteca Musicale del mondo.
Il Concentus vocale e strumentale Sigismondo, diretto da Dario Ascoli, è costituito da Marilena Ruta, Francesca Pia Vitale (Soprani), Hera Guglielmo, Mariapaola Meo, Antonia Salzano (Mezzosoprani); Alessandro Caro (Tenore); Concetta Varricchio (Maestro Collaboratore) e Giuseppe Grieco*, Fernando Marozzi, Ascanio Trevisano*, Alberto Costagliola (Violini); Emma Amarilli Ascoli* (Viola), Nazarena Ottaiano*, Giuliano Colace (Violoncelli); Giancarlo Cascino* (Contrabbasso); Angela Picco* (Continuo, Cembalo e Organo Positivo); prime parti contraddistinte da (*).
I concerti si svolgeranno il 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio alle 12 e il 3 gennaio alle 19, sempre con ingresso a offerta minima, devoluta al restauro di San Potito, di € 5.

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