Beethoven, Mendelssohn e Šostakovič e l’ OSN inaugura la Stagione 19-20

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Sarà la pianista napoletana Mariangela Vacatello a inaugurare l’ 11 ottobre alle 20 (replica il giorno successivo)  all’Auditorium Arturo Toscanini di Torino, la Stagione Sinfonica dell’Orchestra Nazionale della RAI  con il direttore principale della OSN James Conlon sul podio.
Le prime note a risuonare saranno quelle dell’ Ouverture in fa minore op.84  “Egmont” di Ludwig van Beethoven, con cui si celebrano gli imminenti  250 anni dalla nascita del genio di Bonn.
A ispirare il musicista fu il dramma di Goethe incentrato sulla lotta contro la tirannia e di cui la partitura è musica di scena,
Il secondo numero in programma è il delizioso doppio concerto per violino, pianoforte e orchestra di Felix Mendelssohn Bartholdy, con il violino di Roberto Ranfaldi e Mariangela Vacatello al pianoforte.
Anche in questo brano Goethe è “convitato di pietra”, avendo il quattordicenne Mendelssohn composto la cristallina pagina mentre era già consulente musicale dello scrittore tedesco.
La locandina prevede come conclusione la Sinfonia n.  5 in re minore op.47 di Dmitrij Šostakovič, composta nel 1937 quando i venti di guerra erano già ben percepibili e la figura di Stalin aveva raggiunto il suo massimo splendore, in attesa dei sanguinosi successi militari per la definitiva consacrazione.
Le censure subite dal musicista e le accuse arrivate per bocca dello stesso dittatore in occasione di una replica dell’opera “Lady Macbeth del distretto di Mzensk”, inducono Šostakovič a ripiegare verso forme e armonie tardo-romantiche, ma sarebbe riduttivo ritenere la Quinta Sinfonia un abiura in musica benché egli si preoccupi di definirla: «Una risposta positiva e stimolante da parte di un artista sovietico a delle giuste critiche».
Piace immaginare la partitura come la trasfigurazione della complessità della personalità umana e, perché no, la capacità di resistere, se non proprio opporsi, alle costrizioni e alle imposizioni delle ideologie totalitarie. Se il decadentismo ha condotto alle derive dittatoriali, perché non rifugiarsi nelle accoglienti braccia tardo-romantiche e tentare nuova e migliore sorte?

Dario Ascoli

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