Al Teatro di San Carlo, «Tristan und Isolde»: Passione, estasi e trasfigurazione

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L’amore, la morte, il filtro magico, il giorno avverso, la notte bramata perché l’amore possa avere una vita, il destino di cui gli amanti diventano preda, nel bene come nel male.
La vicenda leggendaria di Tristan und Isolde ha da sempre conquistato l’animo di lettori e spettatori.  Ma nella sua rappresentazione wagneriana, pur rimanendo all’interno della poetica della Gesamtkunstwerk, cioè a dire l’anelito verso quell’opera totale in cui, seguendo il pensiero del maestro di Lipsia, tutte le arti avrebbero dovuto concorrere a costruire il risultato finale della rappresentazione, è in realtà la musica ad occupare un posto di assoluto rilievo.
Decisamente all’avanguardia rispetto alle concezioni ottocentesche, l’armonia del Tristano sperimenta la sospensione della tonalità fin dalle prime sue note, trascinando immediatamente gli ascoltatori in un mondo inquietante ed incerto, dove tutto è inganno, tutto è preda della magia e del sovrannaturale.
Lo spettatore stesso è partecipe della messa in scena musicale, che supera le forme per diventare melodia infinita che avvolge in una spirale ipnotica coloro che si trovano in platea.
Di questo infinito doppio filo che si dipana avvolgendo chi ascolta, saranno interpreti giovedì 27 Novembre al Teatro San Carlo di Napoli, Stuart Skelton, René Pape e Nina Stemme nell’allestimento, certo non nuovo, ma non per questo meno suggestivo, di Lluis Pasqual, ripreso ai nostri giorni da Caroline Lang, le cui scene, create da Ezio Frigerio valsero un premio Abbiati al loro autore nel lontano 2004.
La direzione dell’Orchestra del Massimo napoletano è affidata a Constantin Trinks, il Coro a Josè Luis Basso.
Brian Mulligan nel ruolo di Kurnewal e Okka von der Damerau, che darà voce a Brangäne, completano il cast.
I tre atti su libretto dello stesso Wagner furono composti tra il 1857 e il 1859, ma la loro esecuzione arrivò solo nel 1865 al Nationaltheater di Monaco di Baviera. Massima espressione delle innovazioni wagneriane, in cui la tecnica compositiva basata sul leitmotiv appare più che consolidata, il Tristano è il poema in cui destino e amore coincidono in maniera assoluta, avendo come esito la morte degli sfortunati protagonisti, rei di amarsi al di là della fedeltà al proprio re e al proprio sposo.
Le quattro ore di durata riportate al tempo vissuto nella nostra frenetica contemporaneità costituiscono un autentico momento di sospensione dal quotidiano, conducendo il pubblico all’interno di quella sorta di foresta mitica in cui Wagner immaginava di trasportare gli spettatori che ascoltassero le sue note.
L’orario di inizio è previsto per le ore 19.Repliche il 30 ottobre, il 2 e il 5 novembre.

Angela Caputo

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