Maurizio Baglini: L’Inno alla Gioia del virtuosismo

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Un virtuoso del pianoforte, per celebrare Beethoven nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, ha a disposizione un catalogo sconfinato di opere, a partire dalle 32 Sonate che coprono l’intero arco creativo del compositore; Maurizio Baglini, non a caso soprannominato “Anticonformista visionario”, per il recital di lunedì 24 febbraio alle 17,30 al Teatro Diana ha scelto di eseguire al pianoforte la Sinfonia n.9 in re minore nella trascrizione che ne realizzò Franz Liszt, nella rassegna “Diciassette e Trenta Classica” per l’Accademia di Santa Sofia.
Il grande compositore ungherese intraprese la trascrizione delle Sinfonie di Beethoven tuttavia, proprio giunto alla fine del complesso lavoro, mentre affrontava il movimento corale della Nona, ebbe un momento di riflessione quasi convincendosi «…. dell’impossibilità di realizzarne un arrangiamento per pianoforte… che potesse in qualsiasi modo essere… soddisfacente».
Liszt aveva già completato nel 1850 una trascrizione della Nona sinfonia beethoveniana per due pianoforti, perciò, ma  dopo pressanti richieste dell’editore Breitkopf & Härtel, si convinse a ridurre il lavoro per due sole, ma virtuose mani: Un Inno alla gioia del virtuosismo.
L’iter compositivo dell’impervia trascrizione la dice lunga sull’impegno che attende Maurizio Baglini, vincitore a 24 anni del “World Music Piano Master” e applaudito all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, al Teatro alla Scala di Milano, al Teatro San Carlo di Napoli, alla Salle Gaveau di Parigi, al Kennedy Center di Washington.

Dario Ascoli

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