In scena alla Sala Pasolini di Salerno dal 28 ottobre al 2 novembre 2025, all’interno della manifestazione CONIUGARE IL TEATRO – Scena Immersiva, è in programmazione SOLO PASOLINI SOLO di e con Claudio Di Palma, visual Luigi Marmo, produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo.
SOLO PASOLINI SOLO accoglie lo spettatore in una scena scarna colma di simulacri collettivi e popolari riferiti al personaggio Pasolini in una rinnovata arena teatrale: una vecchia Olivetti, una sedia, sassi, sabbia, un vecchio attore.
A circondare lo spazio, virtualmente sono le immagini che i telegiornali e le riviste hanno inondato comunicativamente al momento della morte dell’intellettuale il 2 novembre del 1975.
Spettacolo di parola, quello cui si assiste, dove spesso l’eccesso di logos stempera l’emozione dello spettatore restando a metà strada fra teatro di narrazione-testimonianza ed opera coinvolgente.
Le parole principali intorno alle quali è stato creato il monologo sono: sabbia, pallone, memoria, oscurità e luce. Claudio Di Palma ha l’esigenza di spiegare razionalmente allo spettatore la scelta di queste parole piuttosto che lasciare a lui la possibilità di interpretazione.
Lo spettacolo, nel suo complesso, potrebbe iniziare dall’idea teatrale di Pasolini espressa in alcuni versi di Affabulazione:
«Nel teatro la parola vive di una doppia gloria,
mai essa è così glorificata. E perché?
Perché essa è, insieme, scritta e pronunciata.
È scritta, come la parola di Omero,
ma insieme è pronunciata come le parole
che si scambiano tra loro due uomini al lavoro,
o una masnada di ragazzi, o le ragazze al lavatoio,
o le donne al mercato – come le povere parole insomma
che si dicono ogni giorno, e volano via con la vita.»
Solo Pasolini Solo è una lunga esposizione di avvenimenti ed evidenzia alcuni nodi principali della vita di Pasolini, partendo dall’evento annunciato della sua morte violenta, in una moltitudine caleidoscopica di flashback e digressioni.
In merito alla parola “memoria” vi è una divagazione sulla nascita di Intel 1103, il primo chip di memoria ad accesso dinamico (DRAM), che innesca l’idea che in vita un creativo non sempre diviene ricco e famoso, spesso sosta nell’ombra. Il paragone occorre perché Pasolini è stato osteggiato in vita, dannato in morte e solo ora che ricorrono i 50 anni dalla sua morte la memoria collettiva cerca di evidenziare la sua grandezza, una immensità che solo pochi poeti come Ungaretti in vita hanno avuto la capacità di dichiarare pubblicamente.
Il racconto-spettacolo Solo Pasolini Solo fa emergere le contraddizioni di una società che non ha saputo accogliere la portata dell’innovazione di Pasolini non ascrivibile e contenibile in una sola categoria ma identificabile come “intellettuale organico”.
Claudio Di Palma lascia la poetica dello spettacolo ai versi di una delle “Poesie a Casarsa” e ai versi di Edoardo De Filippo dalla poesia PIER PAOLO
«Non li toccate
quei diciotto sassi
che fanno aiuola
con a capo issata
la «spalliera» di Cristo. (…)»
Tonia Barone